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novella xxii | 113 |
nomata ocria con alcune vene di orpimento, dicendo esser vena d’oro, patuendo con Pitullo se tal vena trovassero lui volea la metà del guadagno.
Pitullo contento, e dato l’ordine di trovar lo segno come avea fatto a Turello, il tesoro trovonno; e fu questa vena più di x corbelli e quella ne portonno a casa di Pitullo. Zaccagna menò Pitullo a Siena e compronno cruzuoli da fondere oro e tornoro in villa. E quine edificò uno fornello, e preso uno paio di bilance pesò once vi di quella vena e quella misse in uno cruzuolo faccendo gran fuoco. Zaccagna, avendo in bocca granella d’oro più di oncia una, soffiando con uno cannone innel cruzuolo lo mettea e la polvere n’uscìa fuori. Faccendo fuoco e soffiando, ultimamente quell’uncia d’oro che Zaccagna avea messo innel cruzuolo e’ così fondéo. E gittatolo in verga, disse Zaccagna a Pitullo: «Porta quest’oro a Siena e vendelo e non lo dare per meno di fiorini viii, però ch’è buon oro; e cerca orafi e battilori». E di vero l’oro valea più di viii fiorini bene uno mezzo. Pitullo ch’avea veduto mettere la vena innel cruzuolo e non s’era acorto dell’oro messo per Zaccagna: «Di certo la vena trovata vale molti fiorini; forsi tanti che miglior mercadante di Siena non ne farè’ tanti». E questo era il suo parlare mentre che a Siena andava.
Giunto Pitullo a Siena, subito se n’andò a’ banchi e mostrò la verga de l’oro; volendola vendere ne trovò fiorini viii perché era buon oro. Pitullo andò a un altro, e simile fiorini viii ne potéo avere. Pitullo malizioso disse: «Di vero e’ vai più»; e andò a un altro. Colui ancora disse a certo li darò’ fiorini viii e che lui vi guadagnerò’ alcuna cosa. E domandatolo unde l’avea questo oro, disse Pitullo: «Io n’ho assai; se mi farai buono pagamento, ogni dì te ne regherò». Il banchieri disse: «Volentieri lo compro, et acciò che a me lo reghi, ti vo’ dare tutti fiorini nuovi». E datoli fiorini viii, Pitullo ritorna, a Zaccagna li dà, Zaccagna li parte per mezzo. E dapoi ne fe’ di nuovo per lo modo ditto: Pitullo li porta a Siena e fiorini nuovi rega, intanto che più che cento fiorini avea già tratto di Siena.
Un giorno Pitullo disse fra sé: «Io saprei omai fare questo mestieri». E pensò fare patto con Zaccagna, e disseli che sapea