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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/149

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novella xxxii 149



DE AVARITIA ET LUXURIA

Di Pierozzo e monna Soffìa in Perugia.


Carissime donne, e vo’, omini desiderosi di udire alcuna volta l’inganni che si fanno alle donne che per denari vituperano e’ loro mariti e parenti, dico che innella città di Perugia, là u’ stanotte siamo dimorati, fu un banchieri e mercadante nomato Pierozzo, omo servente di denari e massimamente a’ soldati forestieri da’ quali avea molto guadagno. Avendo il ditto Pierozzo una moglie giovana di xxiiii anni bella e balda nomata monna Soffìa, e molte volte avendo fatto fallo al suo marito, più tosto per denari che per amore ad altri portasse, per la qual cosa in alcuno luogo stretto fu di lei parlato.

E infra l’altre volte che di lei si dicesse si fu un giorno presso a uno carnelevale dove era uno messer Bernardo tedesco, capo di xxv bacinetti e soldato in Perugia. Lo qual messer Bernardo, essendo giovano e cognoscendo monna Soffìa di Pierozzo, s’innamorò di lei, pensando se costei con altri ha fatto fallo, agevolmente doverne aver diletto. E datosi a sentire e vedere in che modo potrà il suo pensieri mettere in efetto, per una mezzetta mandò dicendo il suo volere.

La mezzetta, ch’era già stata altre volte per sì fatte cose a monna Soffìa, li narrò la intenzione di messer Bernardo. Monna Soffìa, sentendo quello che la mezzetta li avea ditto, non avendo di lei vergogna disse: «Se messer Barnardo mi vuol dar fiorini ii cento, io sono contenta; et in caso ch’e’ stia contento, vo’ che li dichi che domenica, che serà la domenica di carnelevale, doppo desnare (che ’l mio marito sarà ito ad Ancona per mercantia) vegna a me e portimi fiorini ii cento, e io serò contenta che stia meco lo dì e la notte seguente, e poi lo lunedì mattina si parta».

La mezzetta, udendo quello monna la puttana, o vuoi dire Soffìa, avea ditto, si partìo et <a> messer Bernardo andò e tutta l’ambasciata li disse. Messer Bernardo disse: «Troppo dé aver odorifera la sua guintana, che sarè’ vasto fusse moscato volerne tanti fiorini». E fra sé pensò un bel modo, e disse alla mezzetta: