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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/214

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214 g. sercambi

et in presenzia della signoria e di Pierucco abracciò Fiorina e baciòla e fuggìo.

E stando Fiorina dinanti al giudici, domandato Pierucco che volea dire della moglie, Pierucco disse che ella avea auto a fare con altro uomo che seco. Lo giudici dice: «Fiorina, odi tu quello che tuo marito dice? Se dici di no e la macina cel mosterà non arai alcuna remissione, ma di presente al fuoco sarai menata e quine la tua persona serà arsa; e se dici la verità qualche rimedio potrai aver al tuo stato». Fiorina dice: «Messere, lo mio marito può dire ciò che vuole, et io son qui dinanti da voi per ubidire i vostri comandamenti». Lo giudice dice: «Fiorina, metti la mano in sulla macina e giura se altro uomo che ’l tuo marito t’ha tocca e di te avuto piacere». Fiorina, messa la mano in sulla macina, disse: «Così mi scampino li nostri dii com’a le miei carni né a me s’acostò mai persona altri che ’l mio marito e quel matto che in vostra presenzia mi abracciò e basciòmi».

Fatto il sacramento, la macina non si mosse ma salda steo. Lo giudice che non comprese il motto, liberò Fiorina, dicendo a Pierucco che la sua donna era casta; e mandòla a casa. Li dii, vedendo che la macina era stata per malizia di Fiorina vituperata, da quell’ora innanti la virtù che prima avea perdéo né mai tale virtù si racquistò.

Ex.º xlvii.