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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/432

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432 g. sercambi

quelli fiorini io sarei ricca». E non partendosi del mercato per vedere qual camino Azzo fa per poter al pensier suo dare efetto, sopravenne Giorgiana fante in mercato. E cognosciuto che ebbe Azzo, subito corselo ad abracciare e basciarlo facendoli somma carezza. E domandandolo di molte cose, Azzo tutto le dice, e la cagione perché a Vinegia era venuto, e quine u’ era sposato et in quale albergo. La giovana anconetana meretrice, che vede Giorgiana d’Ancona fante fare tante carezze a Azzo, pensò da Giorgiana sapere quello volea.

E partitosi Giorgiana d’Azzo avendoli promesso di mandarli a l’albergo una gentil donna veneziana per godere, quella giovana meretrice, che cognoscea Giorgiana e Giorgiana lei, la chiamò dicendole chi era colui che tanta carezza li avea fatta. Giorgiana le dice tutto: come ella era stata con lui in Ancona quando era stato cacciato Azzo de’ Pulci di Firenze al tempo del Duca d’Atene, e che l’avea molte volte auto a dosso, e che Azzo era molto vago di femmine: «Intanto che per mezzo di me in Ancona ne toccò più di xxv. E fra l’altre che io li facesse avere fu una donna vedova, gentile e ricca, nomata madonna Nicolosa de’ Calcagni d’Ancona, donna bellissima, e quella più mesi tenne dandosi insieme piacere tanto che ritornò a Firenze, là dove con lui andai. E perché prese moglie mi convenne abandonarlo, e non lo viddi poi che da lui mi partì salvo che ora, che ci ha regato ben v cento fiorini nuovi li quali m’ha mostrati. E sòti dire che stasera li farò aver una gentile giovana che ’l marito è patrone delle galee del mercato; et anco penso mi varrà una gonnella».

La giovana meretrice anconetana, che tutto intese, dice a Giorgiana che vada a far bene, e preso pensieri, quella falsetta subito mandò <per> una fanciulla di quelle che l’arte le facea imparare, et all’albergo dove Azzo era la mandò, mandandoli dicendo: «Una gentil giovana vi vuol parlare, la quale m’ha pregata che io a lei vi meni». La fanciulla, che già era fatta maestra, disse: «Lassate fare a me».

E giunta a l’albergo dove Azzo de’ Pulci era, domandando d’Azzo, Azzo, che si vede richiedere, disse: «Che vuoi? Io sono Azzo de’ Pulci da Firenze». La fanciulla disse: «Una gentil gio-