Vai al contenuto

Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/433

Da Wikisource.

novella lxxxxviiii 433

vana vi manda pregando, poi che ’l marito suo non è in Vinegia, che a lei vegnate e che io da voi non mi parta che la via v’insegni». Azzo, che li pare esser molto aventurato, dice: «Per certo qualche bella giovana m’arà veduto e saràsi di me innamorata, però che in Vinegia non è omo più bello di me». E dice alla fanciulla: «Fà la via et io vegno teco». La fanciulla lo guidò dove la giovana meretrice era.

La quale essendo ben vestita et in capo di scala spettando Azzo, Azzo entrato in casa dove credea che fusse innella più onesta contrada di Vinegia, saglìo la scala. La giovana, scesa alquanti scaloni, subito in fronte basciò Azzo e preselo per la mano e con alcune parolette lo menò in camera, dove quine era uno letto tutto adornato di fiori e d’altre cose odorifere e con bellissimi adornamenti. Azzo, che vede tanta adornezza, sperando quella giovana godere in tal letto, disiava esser tosto alle mani.

La giovana rivoltata ad Azzo basciandolo con lagrime alquante gittate, Azzo, che vede la giovana lagrimare, disse: «Io mi credea venir a prender piacere teco et ora veggo che tu di dolore pare che abi il capo pieno». La giovana dice: «I’ ho oggi la magior allegrezza che mai io abbia avuto, vedendo colui che mai non viddi e quello che m’ingenerò». Azzo che tali parole ode dice: «Deh, perché dici tu tali parole?» La giovana dice: «Io sono certa che voi mio padre sete e ben mi meraviglio che di tanto tempo, quanto voi fuora d’Ancona sete stato, che la mia dolce mamma madonna Nicolosa de’ Calcagni d’Ancona, vedova in quel tempo che ad Ancona dimoravate, di voi mai niente senti; né io, vostra figliuola nata di quella mamma, senti di vostro essere, salvo che oggi la buona fortuna mi v’ha messo innanti. E per lo dolce amore che la mia dolce mamma vi portava mi puose nome Azzina figliuola di Azzo de’ Pulci, per padre da Firenze, per madre d’Ancona». Et abracciato Azzo di tenerezza, dimostrò ad Azzo molto amore.

E rizzatasi, disse: «O padre ottimo, non pensate perché io ingenerata fusse da voi innel corpo della bella madonna Nicolosa de’ Calcagni, cui voi tanto amaste, che io non meno cara mi tegno d’esser vostra figliuola che se di marito legittimo nata fusse, però