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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/441

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CI


La brigata giunt’a Ancona dove fu ben riceuta, e dandosi piacere fine ch’è l’ora del dormire, a cui lo preposto disse che di buon’ora ognuno si levasse. E così s’oservò, che levati la mattina, il preposto comandò a l’altore che una novella dica fine che saranno giunti a Sinigaglio. Al qual e’ disse: «Volentieri»; e rivoltosi alla brigata, disse: «A voi, omini di pogo acorgimento che più tosto credete alle false parole delle vostri mogli che a quello vedete, ad exemplo dirò una novella». Incominciando in questo modo, cioè:

DE SUBITA MALITIA IN MULIERE

<Di> Toccora servente in Spoleti.

Fu nel contado di Spoleti una donna nomata Toccora, nata assai di vil genti e maritata a uno lavoratore di terra nomato Orsuccio, il quale prendea diletto grandissimo, per avarizia, solo in lavorare; e quello era il suo sommo piacere. Toccora, che di natura era servente, con darsi piacere talora con uno e talora con un altro e in tale cose molto si dilettava, lassando al marito il pensieri del lavorare e darsi della fatica quanto portar ne potea. Toccora, che per avarizia non volea esser dannata, disposta a sparger delle suoi cose et anco di quelle che lo marito talora raunava, et in questo stava di continuo atenta a servire a chi ne domandasse; e questo modo la ditta Toccora tenea, che con più e più spessisime volte s’era con piacere trovata abracciata.

Et infra gli altri giovani che Toccora amava e con cui ella