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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/442

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442 g. sercambi

più di continuo si ritrovava, era uno nomato il Rughia, il quale per bella e grande massarizia che di sotto apiccata tenea le fu tale nome imposto; e spessisime volte Toccora con lui trovavasi.

Divenne che uno giorno Orsuccio tornando a casa e l’uscio trovando serrato, per una fessura dentro riguardando vidde Toccora abracciata con Rughia in su uno supidiano; il perché a Orsuccio tale atto dispiacendoli, con furia percosse l’uscio. Rughia, che ode la voce di Orsuccio, dubitando dice alla donna: «Noi siamo a mal partito!» Tuccora rilevatasi, aprendo uno uscio che dirieto alla casa era, e per una selva si fuggìa, Rughia dirieto a lei ne vae. Orsuccio, che prima ha veduto il modo che la moglie tenea e poi ne l’ha veduta andar’e il giovano dirieto, con furia l’uscio aprendo e con una lancia dirieto alla moglie et al giovano correndo ne fu ito. Rughia come giovano la donna passò.

La donna, che si vede il marito con furia venire dirieto, stimando delle suoi mani non poter campare, pensò con qualche scusa rafrenare la furia del marito. Orsuccio, ch’è di sopra giunto a Toccora, dice; «Ahi, meretrice cattiva, ora non potrai avere alcuna scusa di non confessare tu avermi fallito poi che co’ miei occhi ho veduto tu essere abracciata con uno giovano prendendovi piacere, e per più vituperio ora te ne fuggivi con lui! Ma mercé n’abbiano i miei piedi che t’hanno qui giunta, dove farai conto dell’opre tenute». Toccora dice: «Deh, marito mio, io ti prego che mi dichi la verità se meco in casa alcuna persona vedesti e poi se dirieto a me lo vedesti venire, però che se così fusse serè’ di bisogno che altro ti dicesse». Orsuccio dice: «Deh, meretrice malvagia, come, non viddi uno giovano che t’era a dosso e tùe lo tenei stretto abracciato, e come mi sentisti picchiare te ne fugivi via et il giovano ti venne dirieto e non l’ho potuto giungere? Ma te pur ho giunta qui, meretrice, che ti volei con Dio andare!»

Tuccora, con lagrime che sogliono gittare tali femmine, dice a Orsuccio: «Omai cognosco che tutte n’andiamo a un modo, però che mia madre mi disse quello che ora, Orsuccio mio, hai ditto: che quando io fusse presso alla morte, che io serei veduta che parrè’ che uno mi fusse a dosso e poi che io me n’andasse