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novella cxvi 509


DE PIGRITIA

Di uno maestro di legname: per negligenza, vedendo lo fuoco apreso a un ruciolo, arse la casa.

Carissimi fratelli e magiori, e voi, carissime et onestissime donne, io v’ho proposto di dire alcune novelle d’alcuni che per lo stare a vedere, avendo potuto riparare, sono venuti in gravi pericoli e danni. E posto che di migliaia dir se ne potesse, ora al presente in questa nostra novella non dirò se non di quattro maniere di modi di chi è stato a vedere avendo prima potuto riparare e per sua negligenzia s’ha lassato alla pigrizia vincere.

E primo dico: innella nostra città di Lucca nel tempo che quello da Parma, cioè messer Piero Rossi, ne fu signore, fu uno maestro di legname nomato Vitali, il quale avendo famiglia et alcuno fanciullo piccolo e stando a casa et a bottega faccendo casse et altre massarizie che a l’arte si richiedeano, una sera lavorando innella sua bottega di notte certe casse tenendo la lucerna accesa per poter vedere lume — ed avea per costume questo Vitali che tutti i ruciori e mozzature di legname mettea sotto la scala — , avenne che mentre che lavorava, avendo lavorato alquanto e fatto molti ruciori, la lucerna (come alcuna volta fa) sfavillando, una favilla piccolissima cadde in s’uno di quelli ruciori. Vitali la ved’e dice: «Ben vo’ vedere quello che quella favilla <facesse se io qui non fusse». La favilla>, che in uno rucioro caduta era, s’aprese et a pogo a pogo viene ardendo l’altro da lato. Vitali si puone a sedere e sta a puoner cura <al fuoco>.

Lo fuoco va ardendo per lo spazzo li ruciori fatti la sera, venendosi acostando a quelli che sotto la scala erano. Vitali saldo pur dicendo: «Che farai?» Lo fuoco, che vede la materia apparecchiata, faccendo suo corso innel monte de’ ruciori che sotto la scala era s’aprese. Vitali, che quello ha veduto, disse: «Non ci è da stare». Levatosi per volere il fuoco spegnare, lo fuoco è grande e colle mani spegnar nol può; diliberò coll’acqua spegnarlo. E montato la scala et ito alla brocca dell’acqua, scendendo la