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764 nota bio-bibliografica

che collettori ed amministratori della Camera Apostolica. A capo della famiglia Guinigi era Francesco, il quale assunse presto in Lucca una funzione simile a quella che circa mezzo secolo dopo Cosimo de’ Medici avrebbe assunto nella vicina Firenze. Attorno a loro si raccolgono determinate forze sociali che tendono ad assumere il controllo totale della vita lucchese.

L’opposizione ai Guinigi è rappresentata dal sorgere di un’altra coalizione, capeggiata dalla famiglia dei Forteguerri. Francesco Guinigi muore nel 1384 aprendo un vuoto che nessun altro membro della famiglia sembra poter colmare. L’egemonia finanziaria e politica, che per tanti anni era stata appannaggio dei Giunigi, passa presto dalla parte dei loro avversari. La situazione precipita allorché nel 1392 Forteguerra Forteguerri viene eletto Gonfaloniere di Giustizia. Il 12 maggio di quell’anno i Guinigi con la loro consorteria scendono in piazza San Michele dove vengono affrontati dagli avversari e dalle milizie del Gonfaloniere, che tuttavia dopo una giornata di lotta rimangono sopraffatti. Trucidati i capi della fazione dei Forteguerri, incluso il Gonfaloniere di Giustizia, i Guinigi si trovano aperta la via verso il potere incontrastato; infatti, il figlio maggiore di Francesco, Lazzaro, assumerà ben presto nella vita lucchese il posto che era stato per tanti anni tenuto dal padre. I fatti del 1400, per cui i Guinigi divengono finalmente signori di Lucca con Paolo, non sono che un epilogo di quelli del maggio 1392.

Da quest’anno in poi il Sercambi, che aveva combattuto a fianco dei Guinigi, è legato alla loro fortuna e negli otto anni che vanno fino al 1400 egli rimane alla ribalta della vita civile e militare di Lucca. Nel 1393 è uno dei quattro capitani lucchesi inviati in aiuto al marchese di Ferrara in una spedizione contro il ribelle Opizzo di Montegarullo; nel luglio del 1396 viene inviato al campo militare contro i pisani ed i fuorusciti lucchesi come uno dei due Commissari del Comune; sei mesi dopo circa, eletto fra i condottieri della Repubblica, è mandato in Garfagnana a preparare la resistenza armata contro le truppe alleate di Pisa e di Milano, che, dopo aver devastato gran parte del territorio lucchese, si erano accampate minacciosamente a Moriano; nel giugno dello stesso anno lo troviamo, come Commissario del Comune, a Camaiore, che i fuorusciti lucchesi incitavano alla ribellione. Più di una volta, poi, viene inviato ad ispezionare e provvedere alle opere di fortificazione di castelli lucchesi1.

  1. Cron., i, 318-19, e ii, 63.