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792 nota bio-bibliografica

ad impostare il discorso in modo diverso (come, per fare l’esempio più illustre, quella del Gaspary nella sua Geschichte der Ital. Liter.) fu gentilmente zittita. Oltre ai giudizi sparsi nelle opere generali e nelle storie letterarie, vorremmo indicare qui come le espressioni più significative di questo atteggiamento lo studio del Croce (G. Boccaccio e F. Sacchetti, in Poesia popolare e poesia d’arte, Bari, Laterza, 1933, pp. 89-105) e quello di A. Chiari (La fortuna del Boccaccio, in Questioni e correnti di star, letter., a c. di A. Momigliano, Milano, Marzorati, 1949, spec. le pp. 296-99, con app. bibliogr. alle pp. 243-5).

Quello stesso atteggiamento è certo alla base dell’interesse destato dal Sercambi presso gli studiosi di novellistica, i quali hanno dedicato alle fonti delle sue novelle delle buone annotazioni che non sono tuttavia riuscite a concretarsi neppure in uno studio delle forme novellistiche del lucchese. Per il resto, gli studi dedicati al Sercambi non rivelano, tranne qualche pur brillante eccezione, un impegno critico rilevante o atto ad iniziare almeno quel necessario clima dialettico che forma la vita stessa della critica.

Diamo qui intanto una lista degli studi dedicati all’opera del Sercambi disposti per ordine alfabetico, senza però indugiare (e per ovvie ragioni) sui giudizi sparsi qua e là in libri di vario interesse:

Alexander, J. W.., A preparatory Study for a Critical Edition of the «Novelle» of G. Sercambi (tesi per il dottorato presentata al Dipartimento di studi avanzati dell’Università di Virginia in Charlottesville, nel 1940)1

Ambrosini, R., Onomastica allusiva nelle novelle di G. S., in «Atti e memorie del vii Congresso Internazion. di Sc. Onomastiche», vol. ii, Antroponimia, Firenze, Istit. di Glottol. dell’Univ. agli Studi, 1963, pp. 53-58.

Borlenghi, A., G. S., novelliere, in «La Rass. d’Italia», iv (1949), pp. 752-61.

Le questioni delle morali nel «Trecentonovelle», in «Studi Urbinati», xxvii (1953), N.S.B., n. 2, pp. 73-iii.

Del Beccaro, F., Le novelle del S., in «Mattino dell’Italia centr.» (quotid.), 14 sett. 1951; lo stesso art. in «Corriere del giorno» (quotid.), 7 ott., 1951.

Figurine del S., in «Il Popolo» (quotid.), 2 dic. 1951.
  1. Ho potuto brevemente consultare questa tesi a Charlottesville. Si tratta di una trascrizione meccanica del testo, per nulla esente da errori di lettura, con abbreviazioni e gruppi grafici non sciolti e che l’A. non si propone di interpungere. La trascrizione riflette una lettura sotto l’influsso del Renier, per cui non viene assegnata alcuna funzione alle lettere iniziali miniate in nero (pur puntualmente notate), i prologhi sono ancora dei «links», e i titoli italiani, trascritti in nota in fondo alla pagina, vengono scambiati per «explanatory notes». In appendice (pp. 736-989), l’A. si diffonde in una minuta analisi delle fonti e dei paralleli dei motivi novellistici presenti nel testo delle Novelle, rintracciati con una pertinace e massiccia documentazione lungo tutta la tradizione dai primi modelli orientali in poi.