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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/30

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528 g. sercambi

palagio di madonna reina e collo scannello più e più volte picchiò. E stando alquanto, viddi venire madonna reina et aprire la porta: lo gaglioffo, dicendole villania, le gittò quello scannello che in mano tenea per lo petto, dicendo: — Quanto se’ stata ad aprire? — La reina scusandosi che più tosto non era potuta venire, et aperte le braccia quello prese et in casa lo tirò et in mia presenza (che tutto io vedea) li levò lo catino e di sopra sel misse, e tale atto le viddi fare. E stato alquanto, aregò alcune confezioni; bevuto, li raconciò il catino, e’ di fuori n’andò. E penso, poi che così liberamente venne con tener tali modi, che più tempo sia che tale mestieri colla reina fatto abbia. Per la qual cosa, stimando io in me medesmo a cui la reina v’ha cambiato, comincia’ a pensare che magior cattività fusse quella della reina — per un, mille — che quella che la donna mia m’ha fatto, però che la vostra persona vale c mila pari di colui a chi la reina v’ha cambiato et io non vaglio molto più che Nieri. E pertanto dispuosi a darmi piacere e più non prendere malanconia; e questo è la cagione che ora di nuovo mi sono ralegrato».

Lo re sentendo tale novella disse: «Per certo, se così è come dici, ti dico che hai ragione di stare allegro et io di stare malanconoso, bene che a me innell’animo caper non può che la reina sia stata tanto matta ch’a’ tale atto sia divenuta; e se fusse vero, mai allegrezza non debbo sentire». Messer Astulfo dice tenea a certo esser vero: «Ma ben vi dico che a me incresce che constretto m’abiate a dovervi narrare questo fatto». Lo re dice: «Come avanti ti dissi, così ora ti rafermo che se mai ti volsi bene, ora te ne vo’ per un, cento; ma ben ti vo’ pregare che di tal cosa mi facci certo acciò che io possa a’ neri pensier mettere rimedio». Messer Astulfo disse: «Io penso a certo farvelo vedere, per modo che certo ne sarete». E diliberò che a quell’ora che la reina aprisse l’uscio lo re fusse con lui in su quel portico. Lo <re> disse che li piacea. E partiti di camera, ciascuno se n’andò con quelle che avea colte.

Messer Astulfo, stato alquanti dí <in> ascolto, un giorno di festa vidde venire quello gaglioffo: subito andato per lo re e lo re venuto, viddeno colui che l’uscio collo scannello picchiava, e per-