Vai al contenuto

Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/29

Da Wikisource.

novella cxviiii 527


E partitosi di quel luogo se n’andò in corte, dove con piacere e sollazzo danzando e cantando cominciò. Per la qual cosa lo re Manfredi, vedendo l’allegrezza che messer Astulfo di nuovo si prendea, considerato la malinconia che veduta li avea, lo dimandò dicendoli come potea esser che da tanta malinconia quanta era stata la sua tanto tempo, in sì picciola ora s’era mutato in tanta allegrezza, stringendolo che la cagione e ’l perché li dovesse narrare. Messer Astulfo, volendo celare, si fingea or d’una cosa or d’un’altra. Lo re, cognoscendo le scuse non esser sofficenti a tale atto, li disse: «Per certo, messer Astulfo, se non mi dite la verità voi cadrete dell’amor che io vi porto, e sempre per pogo mio amigo vi terrò se di tal fatto non m’aprite l’uscio della verità». Messer Astulfo, odendo tal parlare, fra se medesmo dicea: «Se io celo la cosa io verrò in dispetto di colui che più che me amo, e se apaleso il fatto dirò la vergogna che la reina li ha fatto, e potrenne morire».

E stando in tal pensieri, diliberò con uno onesto modo narrare tutto. E preso licenzia di parlare e chiesto perdono se contra di lui o di suoi cose dicesse men che bene, lo re li disse: «Dì arditamente, che tutto ciò che dirai da me perdonato ti serà né mai per tal ditto te ne serà fatto se non bene». Messer Astulfo, auto licenzia di parlare, disse: «Messer lo re, poi che così desiderate, io vi dirò tutte le cagioni in parte in parte; ma perché queste cose seranno di lunga materia, vi prego vi piaccia che altri che voi et io a tal pratica non debia essere». Lo re contento si trasse in una camera dove non volse che altri che lui e messer Astulfo fusse, e tutta brigata di fuori rimase.

E serrata la camera, messer Astulfo cominciò a narrare il vituperio che la sua donna li avea prima fatto, e che trovata l’avea innel letto con Nieri scudieri: «E di tal fallo presi tanta malinconia che più volte ho disposto di uccidermi per non volere tanto vituperio vedermi innanti. E molti altri pensieri istrani mi sono venuti innella mente. E quest’è la cagione che fine a qui hoe auto malinconia. E stando io in tali pensieri in sul portico della mia camera del vostro palagio, viddi venire uno gaglioffo, il quale — perché atratto e’ va col culo innel catino — venne a l’uscio del