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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/28

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526 g. sercambi

vedendo la moglie averli fallito, di dolore quasi tramortìo. Nieri, che hae veduto messer Astulfo, subito gittatosi fuora de’ letto e quanto potéo dato a fuggire, <la donna volendolo seguire>, messer Astulfo come savio disse: «Donna, tu hai troppo fallito ad avermi vituperato, et ora il fallo che far vuoi sarè’ magiore volendo fuggire; e pertanto ti dico che a me hai fatto quello che giamai contento non debbo essere. E però ti dico che giamai meco non dèi usare fine che altro non sento di te che sia vastevile al fallo fatto».

E così di casa partisi tutto malanconoso et a corte tornò, e di quine pensò non partirsi né mai alla sua donna tornare. Lo re Manfredi, che ’l vede si malinconoso, disse più volte ch’era la cagione che sì malanconoso stava. Messer Astulfo fingendo li dicea or una cosa or un’altra, e del fallo della moglie niente dicea.

E dimorati alquanti mesi in tal maniera, essendo un di per malanconia posto a uno portico della sua camera del palazzo de’ re e pensando sopra di quello che la donna sua fatto li avea, venendoli alcuna volta pensieri d’ucciderla et alcuna volta di disperare se tanto dolore l’abondava; e stando sopra tali pensieri, vidde uno cattivello, che andava col culo innel catino, acostarsi alla porta del palagio di madonna Fiammetta reina e moglie de’ re Manfredi e collo scannello picchiava la porta di tal palagio. E doppo molto picchiare, la reina venne alla porta e quella aprìo. Di che quello giovano che innel catino sedea gittando lo scannello percosse innel petto della reina, dicendole villania che tanto avea posto ad aprire. La reina scusandosi che più tosto a lui non era potuta venire, e colle braccia prese quello giovano et in casa lo tirò. E cavatoli lo catino, in quello spazzo si lassò caricare. E stato alquanto in tal maniera, raconciantoli il catino e datoli de’ confetti e beuto, lo rimisse fuori di casa.

Messer Astulfo, che tutto ha veduto, cominciò a ralegrarsi (ché in fine a quel punto era stato molto malanconoso) dicendo: «Omai non mi vo’ disperare se la donna mia m’ha cambiato a uno scudieri, poi che io ho veduto la reina aver cambiato lo re a uno gaglioffo che va col culo innel catino». E pensò pigliarsi vita e buon tempo né mai più di tal fallo malinconoso stare.