Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. II, 1972 – BEIC 1925048.djvu/307

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i. i manoscritti 805

essa esemplati1. Si sa per certo che essa era tutt’altro che un esempio di fedeltà2, e bisogna anche sospettare che non contenesse i titoli italiani delle novelle né i prologhi, giacché nessuno degli editori che se ne sono serviti dopo il Gamba, compreso il D’Ancona, ne fa menzione. Per far tirare tale copia il Gamba asserisce di aver avuto fra le mani il codice «per alcuni mesi». Supponiamo che ciò dovette avvenire fra il 1811 ed il 1812, quando cioè il Gamba trascorse qualche tempo a Milano, tenendo anche presente che la sua edizione usci per i tipi di Alvisopoli, di cui egli era proprietario, nel 1816.

Né il Gamba né i cataloghi forniscono dati sulla provenienza del codice Trivulziano 193, né sulla data in cui esso andò a far parte della biblioteca dei marchesi Trivulzio. Si sa tuttavia che esso, offerto al marchese G. G. Trivulzio dal libraio Molini il 17 novembre 1807 per la somma di quaranta zecchini, venne acquistato per settecento paoli tre mesi dopo, il 23 febbraio 18083. Le date della transazione combaciano perfettamente con quella della dispersione della biblioteca Baciocchi a Bologna.

Sembra che il marchese Trivulzio fosse convinto di aver acquistato un codice autografo, poiché il Gamba, nella prefazione alla sua edizione, cerca di confortarlo affermando che, se esso non era autografo, era tuttavia l’unica copia di cui si avesse notizia.

Vediamo infine, raffrontando il testo trivulziano della novella De

    a seguito di un’incursione aerea nel 1943 o 1944. La stessa risposta ci fu data a voce dal personale della Trivulziana, ma non siamo riusciti a vedere nessun documento scritto a conferma della notizia.

  1. Che vi fossero più estratti lo dichiara il D’Ancona, nell’introd. alle Nov. ined. di G. S. cit., Firenze, Libr. Dante, pp. 6-7; egli stesso, come diremo più sotto, basò la sua copia su uno «spezzone» postillato dal Gamba e scoperto nella Bibliot. della famiglia Scotti di Bergamo (ibid.).
  2. Lo stesso Gamba ebbe a riconoscere le mende piuttosto gravi della sua copia (cfr. Delle nov. ital. in prosa, bibliogr. di B. G. cassanese, 2ª ed., Firenze, tip. all’insegna di Dante, 1835, p. 74; e dello stesso, Serie di testi di lingua, 4ª ed., Venezia, tip. del Gondoliere, 1839, p. 351); ma si v. anche le osserv. del Papanti (in Dante sec. la tradiz., e i novell., Livorno, Vigo, 1873, p. 72), e la rec. di L. Biadene a G. Ulrich, Ausgewahlte Novellen Sacchettis, Ser Giovannis und Sercambis, mit einer Einl. vers., Leipzig, Rengersche Bachliandlung, 1891, in «Riv. crit. d. lett. ital.», vii (1892), pp. 214-15.
  3. Le date sono riportate da L. Rossi (cfr. Per il testo del Novelliere di G. S., in «Cultura neolatina», xxviii, 1968 [ma 1969], fasc. i, 59-60; ci fa piacere notare che il R., alle pp. 53-60 dell’art., in base a molti degli elementi da noi qui rilevati, esprime la sua convinzione che il cod. Baroni e T 193 siano identici), che ha potuto vedere di persona i documenti. Dobbiamo qui annotare con rammarico che una nostra richiesta, avanzata nell’estate del 1966 alla direzione della biblioteca Trivulziana allo scopo di ottenere il permesso di consultare eventuali allegati del T 193, venne respinta.