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i. i manoscritti | 811 |
B) Il codice Lucchese 266
Cartaceo del xv secolo, mm. 300 × 220, n. 266 dell’Archivio dei
conti Guinigi, di cc. 160 numerate in cifre romane e disposte in quinterni
con richiami alla fine di ciascuno di essi. Un quaderno di guardia
all’inizio ed uno alla fine. Scrittura cancelleresca minuscola; legatura
in pergamena dura del secolo xix1.
Titolo: Croniche del secondo libro di Lucha et del Signore Paolo Guinigi di Luccha et daltri paesi come chiaramente apparira per ordine. Incipit: Auendomi io Giovanni Sercambi posto innella mente di non volere più oltra narare delle cose che uegnano in questa Ytalia (c. ir). Explicit: Essendosi il magnifico signor Paulo con tutti suoi figliuoli andato a Chamaiore e quitte restato quanto a lui piaqtie dilibero andare a pietra santa e quine dimoro (c. clxr).
La narrazione è divisa in cccxvi capitoli, con lettere iniziali grandi e con spazi in bianco all’inizio della maggior parte di essi per le illustrazioni che si sarebbero dovute eseguire più tardi2. Sulla prima c. di guardia si legge: «Resarcito totaliter per me B. Bocci questanno 1522, che era in ultimo suo fine condotto, perché dia lume e memoria a voi altri che impariate a mantenere e governare la repubblica e populare istato in libertà, e vi guardiate da quelli cittadini che vogliono arogantemente vivere e che non atendeno a mantenere il populo et larte e massime della seta».
Il Bongi crede autografi sia il L 266 che il n. 107 dell’Archivio dello Stato di Lucca contenente la prima parte delle Croniche, basandosi sul confronto con i documenti sicuramente di mano del Sercambi, e cioè la Nota ai Guinigi e alcune lettere scritte da Montevarchi e da Arezzo all’epoca della sua ambasceria presso il conte Alberigo da Barbiano3.
- ↑ Cfr. la Pref. del Bongi alle Croniche cit., p. xxxiii, n. 2; alle pp. xxxii-xxxiv della stessa Pref. rinviamo per un resoconto delle vicissitudini del cod.
- ↑ Ibid., p. xxxii, n. 2.
- ↑ Ibid., p. xxviii. Le lettere, 14 in tutto, sono conserv. nell’Arch. dello Stato di Lucca (Filza 571-73 commiss. n. 7). Il Funi (Regesti, ii, Carteggio degli Anziani racc. e riord. da L. F., Lucca, tip. Marchi, 1903, p. 655) registra sotto il n. 1500 bis sei lettere che egli attribuisce al Sercambi e che sarebbero state scritte dal cronista durante la sua missione a Pietrasanta nel giugno del 1392 (cfr. Cron., i, 285-287); esse sono firmate I C di I che il Fumi decifra in Johamves Confaloniere di Iustitia. Ma, a prescindere dal fatto che il Sercambi fu gonfaloniere per la prima volta solo nel 1397, e che in quel giugno 1392 era gonfaloniere Giovanni Galganetti (cfr. Cron., i, 288), tutti i caratteri delle lettere, sia ortografici che linguistici (voci come istanocte, istamactina, dipomezzanocte) sono assolutamente alieni dalle abitudini sercambiane.