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812 nota filologica

Sull’autografia delle lettere (firmate in genere Il vostro J ser C.) non vi possono esser dubbi: né tantomeno su quella della Nota che era, come sappiamo, un importante documento segreto inviato alla Signoria e che perciò non poteva essere affidato all’amanuense. La scrittura dei due documenti è infatti molto simile, tenendo presente che la Nota mostra una mano più controllata, essendo essa destinata ad essere letta e consultata con cura ed attenzione, e a divenire (nelle speranze dell’autore, almeno) lo strumento ufficiale della politica dei Guinigi.

Un confronto accurato tra la scrittura delle lettere e della Nota e quella dei codici 107 e 266 dell’Archivio lucchese, condotta con l’assistenza di esperti, esclude però che essi possano ritenersi eseguiti dalla stessa inano. Furono messe a confronto la scrittura della Nota con brani del L 107 dell’ultima decade del secolo xiv, e con i primi capitoli del L 266. La scrittura della Nota è di tipo cancelleresco minuscolo, come quella dei codd. lucchesi, tuttavia i caratteri di questi sono più arrotondati e grandi, ufficiali. Per quanto riguarda i dettagli, si osserva: D maiuscola: nella Nota sempre doppia ed ovale, in L sempre rotonda, con l’asta gotica, e qualche volta (ma raramente) come un grande δ. E maiuscola: in N. costruita come una C eretta tagliata a metà da una linea ondeggiante: in L costruita a tridente leggermente appiattito, mai tagliata a metà. L maiusc.: in N. terminante all’apice con un’asola rivolta verso l’interno; in L sempre con un uncino rivolto all’esterno. S maiusc.: in N. un esempio serpeggiante ed un altro a forma di grande σ; in L sempre stilizzata e rigida.

Caratteristica è poi in N. l’oscillazione della u e v iniziale: si notano utile, uoi, uanno, uostro, uegano, uniti, ma anche vtilitá, vno, veduto; in L, invece, u è di regola all’inizio di gruppo grafico. N. reca frequentissimi esempi di j in fine di gruppo, che in L è assolutamente sconosciuto tranne che nei numerali. Per quanto riguarda le abbreviazioni più comuni, si osserva: per: in N., p col taglio alla metà superiore dell’asta, che in L è sempre localizzata all’estremità inferiore di essa; pre; in N., p sormontato dalla lineetta a cupola, che in L è brevissima e quasi retta; pri: in N., p con l’apice a triangolo, che in L ha invece sempre la forma di accento acuto; pro; in N., p con la lineetta obliqua aperta intorno all’asta, che in L si chiude formando un 8. La grafia della Nota concorda pienamente con quella delle lettere.

L’ovvia conclusione da trarre da questa analisi ci sembra dunque sia quella di dover considerare i codd. L 107 e 266 come degli apografi diretti, eseguiti certamente (nella sua interezza il primo, ed almeno in