Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/10

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6 sermone primo.

      Non chiamerò; nè chi dentro vi stampi,
      Da ignota parte penetrando, l’orma
      20Tacito, lento, avvolto in bianco lino,
      Ad aperti occhi con pupille immote
      Infermo sognator, che tutte affisa
      Ad una ad una le segrete stanze:
      Par che vegli e che guardi, e nulla vede;
      25Ma benchè dorma, e a caso il passo muti,
      Un tremito mi fa correr per l’ossa.
      Altri, vegliando, di un dipinto vetro
      Le luci s’arma, e colorate in giallo,
      Come colui che d’itterizia langue,
      30Mira sprezzando le diverse cose,
      Che rifrangon del Sol raggi diversi.
Qui del lettor la favola ragiona;
      Ma di chi scrive e allo sbadiglio invita
      Le note istorie ricordare è vano.
      35Nè l’uffizio di giudice severo
      S’addice a me, che volontario ai colpi
      Di sentenza fatal chino la fronte.
      Quali discolpe con blandizie false
      Andrò cercando a guisa di mendico,
      40Ch’umile in vista il non merlato pane
      Chiede, ed afferra con superbo piglio?
      O se il dineghi, guata biecamente
      Come a carpita ed agognata preda,
      E al tuo rifiuto bestemmiando impreca?
45S’altri turi le orecchie e poi percota
      Nulla giova il gridar: batti ed ascolta.
      Al chiaro Sol le dispiegate carte
      Mute saran, se il sonito di tuba
      Non desti a riguardar? Il lucid’oro
      50Della celeste vampa ai raggi tratto
      Novo acquista fulgor: luce non dánno,