Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/13

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introduzione. 9

     120Soggetti siamo. Sulla cima stassi
     Il nobile desio, che spande l’ali
     Oltre la polve che si preme e calca.
     Ma di scherzoso zeffiro, che spiri
     E lamba e fugga, non si pasce il nostro
     125Senso vitale; e l’affamato ventre
     Troppo contende il bene, e il mal consiglia.
     Al duplice problema indi rivolgo
     Questi che t’offro, di pungente sale
     Ad ora ad ora aspersi, umili carmi.
130Un gregge innumerabile nel fondo
     Tutto s’ingolfa di letal palude,
     Misero, e cieco e di speranza privo.
     Il fremito già n’odi, e già paventi
     Che fuor sbucando con foga improvvisa
     135Empia il mondo di stragi e di ruine.
     Infelice presagio! Argini e dighe
     Non conterran la piena furïosa.
     Se minacci, se incalzi, e si rovesci
     Nei sottoposti campi, e i solchi lieti
     140Copra d’un monte d’infeconda arena.
     Altero fiume ognor più ricco d’acque
     Per ampio letto volgasi alla foce,
     Le sue sponde baciando. Alla crescente
     Onda di altero fiume il popol folto
     145Simile è in parte. Invan pace chiedendo
     Andrà con fioca voce e paventosa,
     Finchè giustizia e libertà non regni
     In tutte cose; e noi, credula razza,
     Alle querele pronti e all’opre tardi,
     150Non ci scotiam dal sonno, e non siam vivi.