Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/140

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136 sermone decimoquarto.

     E perpetua vicenda il moto alterno.
     Quella duce e regina il volo spanda
     Libero in traccia del verace lume,
     30Ove, come in suo ben, riposi il nostro
     Incerto desïar: questa ministra
     Tali le porga ben temprate penne
     All’ali leggerissime, che il corso
     Non ne contenda con fallace intreccio,
     35O stremo di vigor non renda manco.
     Il suon m’offende dell’ingrate note,
     Se da imperita man cetra si tocchi;
     O mal risponda alle maestre dita
     La ruvida stridente indocil corda.
40Duplice di bisogni e di fatiche,
     Di amene voglie e di mordaci cure,
     Dalla sorgente duplice deriva
     In noi ramo diverso; ed è pur sola
     Una la foce che all’uscir n’è dato,
     45Non una del cammin vario la meta.
     Alla parte miglior guarda, e t’avvedi
     Che veritade all’intelletto è luce,
     E che la pura coscïenza è scudo
     All’agitato core. Al vero fanno
     50Ignoranza ed errore eterna guerra:
     E nemica del bene è la proterva
     Brama e l’illusïon vana e bugiarda.
     Sai tu quale a sè rechi e agli altri oltraggio
     Chi dalle fosche tenebre ravvolto
     55Incerto move o temerario il piede?
     Per improvviso turbine si oscuri
     Il cielo, e frema il mare in gran tempesta.
     L’incauto pescator, che mal de’ remi
     Si conosce, urta colla fragil barca
     60Al primo scoglio, ed in balía dell’onde