E perpetua vicenda il moto alterno.
Quella duce e regina il volo spanda
Libero in traccia del verace lume, 30Ove, come in suo ben, riposi il nostro
Incerto desïar: questa ministra
Tali le porga ben temprate penne
All’ali leggerissime, che il corso
Non ne contenda con fallace intreccio, 35O stremo di vigor non renda manco.
Il suon m’offende dell’ingrate note,
Se da imperita man cetra si tocchi;
O mal risponda alle maestre dita
La ruvida stridente indocil corda. 40Duplice di bisogni e di fatiche,
Di amene voglie e di mordaci cure,
Dalla sorgente duplice deriva
In noi ramo diverso; ed è pur sola
Una la foce che all’uscir n’è dato, 45Non una del cammin vario la meta.
Alla parte miglior guarda, e t’avvedi
Che veritade all’intelletto è luce,
E che la pura coscïenza è scudo
All’agitato core. Al vero fanno 50Ignoranza ed errore eterna guerra:
E nemica del bene è la proterva
Brama e l’illusïon vana e bugiarda.
Sai tu quale a sè rechi e agli altri oltraggio
Chi dalle fosche tenebre ravvolto 55Incerto move o temerario il piede?
Per improvviso turbine si oscuri
Il cielo, e frema il mare in gran tempesta.
L’incauto pescator, che mal de’ remi
Si conosce, urta colla fragil barca 60Al primo scoglio, ed in balía dell’onde