Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/141

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la beneficenza. 137

     Coi fidati compagni erra sbattuto
     Dalle cozzanti furie, insin che trovi
     Entro ai profondi vortici la tomba.
     Mentre l’ardito notatore in salvo
     65Col volteggiar degli addestrati fianchi
     Corre; e il nocchiero impavido, sfidando
     L’ira de’ venti, ammaina le vele,
     Le sirti sfugge, e la spalmata nave
     Guida secura ad ancorare in porto.
70Deh! meno avara suoni e non s’arresti
     Sul freddo labbro la vital parola
     Che illumina, consola ed avvalora
     Le combattute squallide raminghe
     Turbe infelici. A che menar ti giova
     75Di fraterna pietà vanto, se lasci
     Nel fratello languire, o dal maligno
     Soffio turbata l’immortal scintilla,
     Quasi obbliando che di solo pane
     L’uomo non vive? Attonito e confuso
     80Fra ribrezzo e sgomento a che ti lagni
     Se di miserie e di nequizie il mondo,
     Ribocca e geme? Alla radice attendi,
     E te prima che altrui danna e correggi.
So che de’ mali l’orrida caterva
     85Opra non vale a sbandeggiare appieno:
     Ma quanta parte prevenirne e quanta
     Allevïarne può la miglior norma
     Di privato e di pubblico costume,
     Pronto sentenzïar con equa legge,
     90Intatta l’ala dell’ingegno, aperto
     All’arti industri e alle onorate imprese
     Un facile sentiero, ai fatti degni
     Serbato il premio che a viltà si neghi;
     Integra fede, e nelle menti sane