L’uomo cui diede sentimento e possa
D’intelletto e di nerbo; e sacra fece
De’ con forti scambievoli la legge, 200Per cui si compie l’armonia del nostro
Breve corso mortal. Ma impunemente
Mai non si calca dell’error la via.
Come per importuna acqua la vampa
Più si dilata di vorace fiamma, 205Così l’ambizïosa, arida e falsa
Beneficenza col prometter largo
Seduce e inganna; e coll’attender corto
Ai pochi dona, ai molti nega, a tutti
Toglie, e la piaga che sanar presume 210Moltiplica, fomenta, a peggio tira.
Alla nativa carità serbato
Sia l’impulso spontaneo, l’accorto
Sguardo, la cura vigile e l’affetto
Che di se stesso si compiace e pasce. 215Talvolta, il so, cieco è l’affetto e crede
Che per la intenzïon buono riesca
Anche il ristoro onde il malvagio ride.
Ma sempre da ragion prende consiglio
Ogni bennato affetto, e non consente 220Che allo scopo del bene il mal sottentri.
Nè rado è che per cumuli diversi,
Mentre l’uno non sa quel ch’altri faccia,
La volontaria offerta si comparta;
E tanto abbondi all’un quanto scarseggi 225All’altro. Molti ad offerire acconci
Sono, ma pochi a giudicar per quali
Segni si scopra e si misuri e come
Soccorrasi il bisogno. In un raccolte
Le sparse forze acquisteran vigore 230Di mirabile tempra. A varie parti,