Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/157

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la famiglia. 153

     L’uom, che il talento alla ragion sommette,
     Più che de’ sensi l’impeto, i soavi
     Moti dell’alma a soddisfare intende.
     55E l’anima, che quasi pellegrina
     In cerca move della sua compagna
     Come le addita la materna stella
     Onde trassero il vol, paga si rende
     Se alfin la incontri, a lei si aggiunga e l’ale
     60Con essa porti alla dimora antica
     Dove il raggio d’amore eterno splende.
Fama è, che l’uman gregge errasse ignudo
     Per le foreste, alle feroci belve
     L’orrido cibo a disputar costretto,
     65Finchè di stabil norma ordine certo
     Non s’ebbero le nozze. Indi le prime
     Are, che al nume e alla famiglia sacre
     Furon tempio ed asilo e stanza all’ombra
     Delle leggi securi; indi le prime
     70Del consorzio civil salde radici,
     Da cui mirabilmente si diffonde
     Per moltiplici rami un umor vario,
     Che d’ogni gentilezza il frutto porta.
Male abbiasi colui, che a dar di piglio
     75Negli antichi retaggi e a far che nuovi
     Non sorgano a turbar l’egual misura
     Dello scotto comun, sognò con empia
     Mano scrollare e rovesciar dal fondo
     Dei domestici lari il fondamento.
     80Allora, ei disse, più gl’industri padri
     Non suderanno a cumular pe’ figli
     Tesori invidïati, a cui non puote
     Un obolo sottrar la scarna plebe.
     Allora.... Incauto! allor fia spento il seme
     85Da cui rampolla per diverse e mille