Mai non posi del ver; chè sotto il velo
Delle leggiadre imagini più bella 20Del ver la faccia mi sorride e parla.
Come al tornar della stagione amica,
D’erbe e di foglie si riveste il prato,
La selva, il monte; e colle tiepid’ali
L’aura, lambendo i calici odorati 25De’ fiori, sparge insolita fragranza;
E le fronde scherzosa agita, e increspa
L’onda del picciol rivo, in cui si specchia
Il sereno del ciel; così benigna
All’uom natura nell’età fiorita 30Di porpora le guance gli colora
E di gioconda sanità l’avviva,
A lui d’intorno diffondendo i raggi
D’incantevole luce onde sfavilla
Il guardo, il labbro; e le riposte fibre 35Della mente e del core un ardor novo
Con fremito dolcissimo gl’investe.
Agli scherzi innocenti oh! qual succede
Incerto desïar che non ha posa?
Quale arcano poter par che ne inviti 40A sospirar col morïente giorno,
A ricercar ne’ taciti recessi
Le note piante, che del cor ministra
La man lasciò di cari segni incise?
È una occulta virtù, che della vita 45Le meraviglie ognor serbando, allegra
Ognor di nova giovinezza il mondo,
Se l’inerte materia attragga o spanda,
Se di fecondo umor gli arbori investa,
E se quanti animali in terra sono 50Per l’aere o il mare a coppie vaghe inciti.
Ma quando punge di amorosa cura