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la società. | 151 |
Ti spariscan dinanzi, e un mucchio informe
Di squallide reliquie il fin ricordi
255Delle umane grandezze. Il volgo accusa
La ruota dell’istabile fortuna;
Ma il saggio adora l’immortal decreto,
E a terra il capo reverente inchina.
SERMONE DECIMOSESTO.
LA FAMIGLIA.
Imen di rose incoronato ai vati
Piacque favoleggiar. Ma chi d’intorno
Il guardo volga a rimirar, s’avvede
Che se dell’odorifera ghirlanda
5Fuor delle spine altro non resti, almeno
O di gravi papaveri le tempie
Spesso s’adombri, ed i leggiadri sogni
Da malefiche larve in fuga vôlti
Indarno chiami, e di se stesso mova,
10Più che a invidia o pietà, quasi a disdegno
Il numeroso stuol, ch’avido in cerca
Del facile piacer che gli promette
La irrequïeta e mobil fantasia
Liberamente svolazzando corre.
15Non io dirò, che simulato ad arte
De’ poeti la favola ritragga,
Vana lusinga, un ben ch’entro ai confini