Quanto la speme del merlato premio 185Le baleni dinanzi. Abborro l’uso Di chi la tronchi o pur la tocchi in fiore, Imitando la facile rapina Dell’importuna passera che vola I primi semi a decimar sull’aia. 190Tu che non basti a misurar col guardo Il mal diretto solco, al tuo vicino Bada, che doppia dall’angusto giro Del ben diretto vomere ritrae Mèsse, che stimol novo e novo polso 195Con novo premio a faticar gli dona. Di picciolo poder quanto si piace L’orto, la vigna ed ogni gentil pianta De’ suoi frutti cortese o delle foglie, Onde il drappo si tinga e si colori, 200pel celato farmaco la smorta Guancia e l’infermo corpo si ravvivi! Ma l’umile poder mai non aspiri Ad impresa maggiore, in cui prevalga Il vasto imperio, che la sua possanza 205Or pei fioriti pascoli dilata, Or per un lago di natanti biade; E ovunque alle minute opre sottili, Che il pazïente ingegno o compie o veglia, Prevalgano le grandi opre, che molta 210Ghiedon facil secura e ricca vena, Che pel tranquillo letto in vario giro Libera scorra a fecondare il piano. Fra le opposte sentenze il mezzo tiene L’accorto ingegno, che dal loco prende 215E dall’opra e dal fine il suo consiglio.
Del censo avito e non del senno erede Tu confida il tesor, che si nasconde