Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/30

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26 sermone terzo.

O dell’innesto è sperto il passo nieghi.
Tu del cultore improvvido fomenti
L’ozio codardo, se non manchi il frutto
255Quando cessi lo studio e la fatica.
E a lui che giova faticando i sonni
Anzi tempo turbar, se lo ridesti
Dell’erede non suo la immagin bieca,
Che in atto quasi di carpir la preda
260Attende e freme dal desio sospinta?
Del baldanzoso figlio, a cui l’avito
Retaggio scende pel giurato patto
Che i nomi lega e le virtù discioglie,
Odi gl’insulti che il paterno cenno
265Male in vita a frenare e peggio basta
Dopo morte a punir. Del nascer primo
Egli tripudia, ed al minor fratello
Delle sue mense le reliquie serba,
Se il fratello minor non volge altrove,
270Mendico illustre e pur superbo, in cerca
Di spoglie opime. A glorïosa impresa
Forse corre talor, se il cielo arrida
Ai sublimi concetti; e tu non segui
L’esempio che ad altrui vanto prescrivi?
275Ognun coltivi libero e securo
La nativa sua pianta; e maggior frutto
Di lui, de’ figli e della intera gente
Le speranze consoli e i voti adempia.