Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/54

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50 sermone sesto.

     Tale in remote e barbare contrade
     130Usanza regna; ed al verace detto
     Di chi le cerca diffondendo il raggio
     Di civiltà, che alle grandi opre informa
     E nel nome di Cristo si suggella,
     Fede non negherai. Qui degli angusti
     135Baratti vicendevoli l’usanza,
     Da lunga età che ogni memoria spense,
     Agli ampliati cambi e al ministerio
     Cedette della provvida moneta;
     Invidïata merce, a cui dell’altre,
     140Quasi a specchio fedel, si rappresenta
     Il mal noto valore, onde all’incerto
     Guardo di luce limpida baleni.
Della merce metallica, che stampi
     Di prezïoso conio, agli usi adatta
     145Del cambio universal, quasi ministra
     Che il prezzo delle cose a noi ricorda;
     Il valore per indole diverso
     Non è da quello di tutt’altra merce,
     Per cui si bagni di sudor la fronte
     150A servigio comun. Ma di fortuna
     Alle ruote volubili resiste
     Più lungamente, perchè a passo tardo
     Sorge dal fondo in cui giace sepolta;
     E a poco a poco il giro si dilata
     155Che a lei serban le genti a far dell’arti
     Più fulgido il nitor e più possente
     Il confidato imperio. Utile chiami
     Quanto giova e diletta, o sia che nullo
     Sforzo chieda e compenso, o valor pigli
     160Dal sacrificio, e al sacrificio inviti.
     Il valore col prezzo si accompagna;
     Se non che l’uno al desïato obbietto