Indarno tolta. Sulle rapid’ali 130Del vento quasi d’uno in altro loco
Le merci volerebbero, per via
Moltiplicando con novella foga
Non più consunte in miseri conati
Miseramente e con acerba pena. 135La favolosa imagine ritrae
Quella parte di ver, che in dubbio tiene
Chi d’Icaro caduto in fondo all’acque
Con liquefatte penne il fin ricorda.
Ma se la verga magica non puote 140Quel prodigio operar, che ad occhi chiusi
L’uno sprezza sdegnando, e l’altro adora,
Forse avvezzo a sognare ad occhi aperti,
Tu dalle false larve il ben discerni
Che il non bugiardo credito dispensa 145Alle operose, provvide e serene
Integre genti di virtude amiche
Fidate all’ombra di paterno scettro,
Che placido e severo in giusta tempra
Francheggia i buoni minacciando i pravi. 150Da fede nasce in securtà vivendo
Il Credito, che spande intorno l’ali
A fecondare col benigno fiato
Delle industri fatiche il vario campo.
Manca la falce alla matura mèsse, 155Ma di taglienti falci è il suolo ingombro
Dell’officina tacita e deserta.
La merce è pronta ed il bisogno incalza;
Ma deluso riman, perchè la scarsa
Al fabbro e al mietitor manca pecunia, 160Che l’uno aiuti a procacciar l’adunco
Arnese, e l’altro a rinnovare i colpi
Con novo polso alla sonante incude.