Pagina:Serra - Scritti, Le Monnier, 1938, I.djvu/122

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per un catalogo 75


Vi siete mai chiesto che cosa le possa aver dato origine; o meglio, quale motivo possa aver condotto a tale impresa Benedetto Croce; poichè è lui, e non altri, il soggetto sottinteso dei nostri discorsi generici?

La prima cosa che questa collezione rappresenterà di lui mi pare che sarà il gusto del bibliofilo, amante delle belle raccolte compiute e delle belle impressioni indite: l’uomo che ha radunato, secondo che si dice, una preziosa e rara biblioteca, che ha già dato in qualche modo il suo nome alla raccolta dei Classici della filosofia e ad altre imprese assai degne, lascerà in questa la migliore impronta della sua abilità ordinatrice e della sua finezza tipografica. Ma un lavoro di tanta mole non può nascer solo da una passione di bibliotecario. La ragione vera è chiara per quelli che conoscono il Croce; essa si confonde, quasi, con tutta l’opera di lui, e con quella passione profonda per il vero, per le notizie esatte, per le ricerche compiute, per la preparazione seria e per la cultura sincera, assolutamente onesta e infinitamente curiosa e perfettamente certa, che egli ha in tutta la vita sua espresso da sè e impresso nel pubblico. Fare la storia critica di una letteratura, senza poggiare, come sopra terra salda, su una collezione di testi autentica e sicura, doveva essere un tormento per lui, ed era già un bisogno oscuramente sentito in tutto quel movimento di studi e di animi che da lui si è partito. A ciò ora si soddisfa; sì che sia possibile a tutti in un giorno non lontano parlare di quello che si è letto, e averlo letto bene.

Io dico le cose alla buona, ma se ci pensate bene vedrete che questo fatto importa alla storia: è un momento capitale e quasi direi riassuntivo