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Pagina:Serra - Scritti, Le Monnier, 1938, I.djvu/256

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RINGRAZIAMENTO A UNA BALLATA DI P. FORT 209

glioramento interno, nè illusione nè interesse nè gioia superficiale, niente altro che il senso delle ore consumate inutilmente e volontariamente; so che c’è, pronto su un tavolino, e basterà ch’io mi sieda per ritrovare nell’impressione del punto in cui mi son fermato il motivo di riprendere, come una macchina che si rimette in moto quando si tocca la leva. Questo non m’interessa di più che il corridoio di mattoni polverosi e consunti e la camera stretta che tutti i giorni è quella.

L’importante è di esser venuto e di sentirmi qui, solo. Il resto verrà da sè; una cosa alla volta. Posso concedermi anche un po’ di pigrizia, con tanto tempo davanti, tutto per me e per un lavoro che importa così poco, alla fine.

Ed eccomi col libro in mano, col libro nuovo arrivato, Choix de Ballades Françaises.

Paul Fort. So di che si tratta. Il suono del nome e l’aspetto del libro convengono alla mia stanchezza. Non è un libro caro, uno degli amici umani ed eterni delle mie ore mortali, quando la tristezza e la gioia vera vogliono placarsi nel ritmo di una parola benefica e conosciuta.... Mi sono cantato tante volte queste litanie, che adesso mi vien fatto di chiedere se ci siano veramente ore e amici così. Non me ne ricordo troppo bene stamattina. E avrei quasi la tentazione di pensare che si tratti di una di quelle solite mezze illusioni e mezze viltà di una malinconia retorica.

Paul Fort è reale e vicino.

Egli è uno di quegli autori di cui ho da anni una conoscenza generica e approssimativa, fatta