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rica; si può dir come si vuole), a cui corrispondono due tipi di libro; il volume che raccoglie una serie di articoli già stampati in periodici; e il volume che sviluppa, più o meno severamente, una tesi, tratta un argomento in forma di monografia; il primo rappresenta la critica quotidiana di mestiere; il secondo ci dà le tesi di laurea, i titoli da concorso, le lezioni universitarie, il lavoro metodico di scuola e d’archivio.
Un terzo tipo di volume libero, che ha per scopo sè stesso, l’essai dedicato a una questione o a una figura, il vero e proprio libro di critica insomma, manca in Italia; e i tentativi che ne abbiamo sono rimasti per lo più un titolo di collezione1 e un programma degli editori, i libri non son venuti fuori.
Questo non importerebbe molto tuttavia; perchè si sa che le più belle originali consistenti opere di critica son nate proprio dalla raccolta di articoli e dalla pubblicazione di corsi scolastici; a partire dai Lundis e dai Saggi critici fino alla Storia del Giorno; ma bisognava notare la particolarità, per la cronaca.
- ↑ Ne abbiamo parecchie: i Profili, i Contemporanei, gli uomini d’Italia, i moderni, gli antichi e che so io. Ma o si sono arrestate, o han dato la solita roba; conferenze da una parte, e dall’altra tesi e avanzi di corsi scolastici, che non riescono a fare il libro. L’unica serie che va avanti bene è quella dei Profili; appunto perchè il suo modulo, anche materialmente, modesto e facile da riempire, si impone alla personalità degli autori con una certa economia necessaria di notizie e di disegno, che non lascia posto a digressioni o erudizioni o analisi, come dicono, originali. Potrebbe parere un difetto; ed è, tra noi, una fortuna. Senza dire che anche in quei limiti si possono ottenere cosette buone; per un esempio, l’Esiodo del Setti o il Bodoni del Barbera.