Pagina:Sette mesi al ministero.pdf/64

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50 capitolo secondo.

vedere, mi decisi ad agire in nome mio, ed aprir l'adito a Lebœuf di uscire dall'impaccio in cui si trovava. L'essenziale era di finirla, e da Firenze ben lungi di ricevere istruzioni chiare, non mi giungevano che telegrammi confusi e contraddicenti.

Scrissi a Lebœuf ed accusata ricevuta della protesta, continuavo la posizione eccezionale di queste provincie rende indispensabile una pronta soluzione, e questa situazione ha dovuto essere fatta presente all'apprezzamento di S.M. l'Imperatore dei Francesi.

"Il Governo Italiano, fedele ai patti, vuole il Plebiscito; ed è per assicurarne l'esecuzione che furono pubblicate norme regolamentari, confuse erroneamente col Decreto emanato a Torino, per conoscenza delle antiche provincie e del Parlamento. Tali norme saranno bensì comunicate ai Municipi per uniformare la votazione, ma ne fu precoce e non autorizzata la publicazione.

"Il Decreto Reale d'altronde non essendo stato publicato nelle provincie non ancora annesse all'Italia, non potrebbe avere carattere alcuno di opposizione all'azione che verrà da Voi deferita ai Notabili.

"Io posso quindi dichiararvi che il Governo del Re, mio augusto Sovrano, non ha inteso nè intende intralciare menomamente l'opera vostra, quale Commissario di S.M. l'Imperatore dei Francesi.

"Possa questa mia dichiarazione sincerarvi che, malgrado qualche dubbiosa apparenza, prodotta da equivoco o malinteso zelo di subalterno, il mio Governo intende rispettare l'azione della Francia, e togliervi ogni timore di venir meno alle vostre istruzioni, col non tardare il compimento del vostro mandato.„

Accennavo a tutti i ritardi ed incagli all'esecuzione del trattato, e concludeva di sperare che avrebbe continuato la sua missione.

Ottenni un mezzo risultato. Lebœuf mi riscontrò che la partenza degli Austriaci non sarebbe ritardata, ma per fare la cessione aspetterebbe gli ordini dell'Imperatore.

Avevo telegrafato un sunto della mia dichiarazione, annunziandone rinvio del testo per corriere e della protesta. Il Ministro mi riscontrava gentilmente che applaudiva alla mia dichiarazione, quand'anche non la conoscesse esattamente. Era stata subito trasmessa a Parigi,