Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/131

Da Wikisource.

il giudizio 125


tore del mio carattere per confessione sua medesima, discorsi delle lettere non mai segrete, come avevano dichiarato i periti chimici stessi adoperati dalla polizia, e infine dissi: «Signor presidente, se per dichiarare settario un uomo basta presentare una o due lettere di suo carattere, io ne presento quattro di carattere vostro, e dico che secondo esse siete settario anche voi. Ho fatto contraffare il carattere vostro per dimostrarvi quanto è facile foggiare una lettera per rovinare un uomo». Il presidente ad udire queste parole cominciò a stridere con la sua vociolina: «Questo è un insulto». «È una prova, signor presidente, non mai un insulto a voi». E il Laudati ridendo: «Presidente mio, statti attento che sti guagliuni ti fanno trovare qualche cambiale». Il presidente brontolava e chiocciava: tutti i giudici vollero vedere le carte, ed egli solo no, e disse al cancelliere: «Restituitegli quelle cartoffie». «Scusate, presidente», disse il Laudati, «queste carte sono state presentate, e la commissione deve decidere che cosa bisogna farne». Squillò il campanello, noi uscimmo fuori, dopo un’ora (e dovettero combattere) fummo richiamati, e ci fu letta la decisione che quelle carte rimanevano a far parte del processo. I giudici tutti mi guardavano con certi sguardi significativi, ed io lí freddo facevo lo scemo.

Raffaele Anastasio disse poco, che non aveva che dire: Pasquale Musolino e Nicola Ricciardelli si raccomandarono a la giustizia della Commissione. L’Escalonne disse: «Io non so che ho detto, io non so che ho fatto, non so come e perché sono in carcere nudo ed affamato. Signori, voi condannerete un povero matto». E non pote piú dire una parola, che gli venne un singhiozzo.

La discussione era finita. Noi uscimmo, e subito ammanettati fummo ricondotti nella Vicaria, e chiusi nelle Camerelle ad aspettare la sentenza. Era il giorno 3 luglio 1841.

Dopo alquante ore venne un custode e disse: «Una buona notizia vi porta don Rosario Anastasio, ma non può entrare se non viene l’ispettore che verrá a momenti». Rosario messe il capo nello sportello che è nella porta esteriore del carcere,