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142 parte prima - capitolo xvii


popolo è come il bambino che impara a camminare dopo molte cadute. Il popolo di Francia poi ch’ebbe atterrato il suo re, sfuriò in repubblica, che negò tutto il passato; poi si compose a monarchia militare assoluta, e con le armi dominò l’Europa, ma accorgendosi che la monarchia militare assoluta faceva rivivere un’idea che non deve piú rivivere, abbandonò l’uomo che la sosteneva. I prìncipi di Europa cercarono di restaurare tutto il passato, e ricondurre i popoli alla soggezione antica: nel 1793 il popolo atterra il re; nel 1815 il re atterra il popolo; sono queste le vicende della lotta, ché né l’uno né l’altro può morire ancora. L’Encelado che pare fulminato è vivo, e sdegnato per l’offesa, e brontola cupamente: tutta l’Europa da un capo all’altro pare un terreno vulcanico, dal quale sorge qua un buffo di fumo, lá una vampa, piú in lá una fiamma, e mentre credi di spegnere in un luogo arde in un altro, finché non si apre terribile il vulcano. Dal 1815 al 1848 in tutta Europa, or qua or lá, non ci fu un anno senza una vampa rivoluzionaria. Non era una setta, e molto meno un uomo, che moveva tutto questo; ma era un moto che nasceva da sotterra, dalla coscienza mutata di tutti i popoli di Europa, da una vita nuova che cominciava: le sette non erano che manifestazioni di questo moto interiore, e l’uomo non era che uno il quale formolava quello che tutti sentivano e non sapevano esprimere. L’Europa ha mutato il suo organismo: il suo feudalesimo è finito; rimane monarchia e popolo, che lottano insieme; e dove la monarchia diventa popolare ella dura, dove no, muore. Se io scrivessi il gran dramma della storia dal 1815 sino ad oggi, io vorrei fare come un quadro di tutti i moti rivoluzionari in ciascun anno in Grecia, in Italia, in Ispagna, in Francia, nel Belgio, nella Svizzera, nell’Austria, nell’Ungheria, nella Germania, e sino in Russia ed in Inghilterra; e mostrare come tutti i popoli d’Europa mossi da comune bisogno si movono allo stesso scopo, e uniti dalle ferrovie e dai telegrafi ormai formano un solo e grande popolo, un gran corpo che si agita perché deve riorganarsi ad una vita nuova e grande. Ma io scrivo le mie