Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/161

Da Wikisource.

pio ix 155


colui che prima disse: «La terra si move». Se non da lui, da un altro; se non in quell’anno, qualche anno dopo, se non con le buone con le triste la rivoluzione doveva cominciare, aveva camminato a bastanza e dal pensiero doveva passare nell’azione. Egli ne fu l’occasione, e ne avrá lode perché disse quelle solenni parole: perdono, giustizia, amore; le quali mentre furono il cominciamento saranno ancora il fine ultimo e lontano a cui tende la rivoluzione. E quale è il fine cui tende questa rivoluzione? Lo dico in tre parole: sollevare la coscienza umana. E se il papato è stato uno dei piú fieri oppressori della coscienza umana, la rivoluzione deve trasformare il papato e le sue dottrine, anzi deve trasformare proprio il cristianesimo il quale ha fatto il suo tempo nel mondo, ha prodotto i suoi beni ed i suoi mali, ed ora, come tutte le cose umane, deve trasformarsi. «Oh esso è venuto da Dio». Tutte le religioni si dicono venute da Dio, ma esse sono uscite da la coscienza dei popoli e si mutano necessariamente come essa coscienza si muta. Pio IX credette di fare opera di uomo dabbene, ma fece opera di cattivo papa: indi a poco se ne pentí, ma non gli giovò. Se non mosse egli la rivoluzione, neppure poteva frenarla egli. Ma oggi se uno potesse gettare uno sguardo nel fondo fondo dell’animo di questo vecchio papa, che ha perduto il trono, e vede scaduta la fede e il cattolicesimo fieramente assalito, io credo che in quel fondo troverebbe anche lí la rivoluzione, troverebbe l’uomo che si compiace di vedere unita l’Italia che egli un tempo amava e benediceva.

Le amorevoli udienze del nuovo papa, il perdono di tutti i reati politici, le larghezze e riforme che vennero di mano in mano crescendo, sollevarono i romani a grandi e festose allegrezze, e commossero profondamente i popoli italiani e gli altri popoli d’Europa e del mondo. «Che nuovo miracolo è questo, un papa che perdona?» Dissero le genti: «Dunque la libertá non è peccato, come finora si è detto! Dunque i liberali non sono nemici di Cristo, come ci si dava ad intendere!» Questo dunque fu la prima voce della rivoluzione,