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la rivoluzione del 1848 171


L’Odin andò a Cagliari. Il comandante F. Pelham discese a terra, e tornato a bordo mi disse: «Ho parlato al vicerè per farvi sbarcare, e non è possibile, non vuole permetterlo. Verrete con noi a Malta». Il giorno dopo fu il 12 gennaio, e faceva un tempo bellissimo: in quel giorno si combatteva in Palermo, e cominciava la rivoluzione. Venne a bordo il viceré Lamarmora per visitare il legno: era un vecchio alto, coi capelli bianchi, ed alcune decorazioni sul petto. Volevo presentarmi e parlargli, ma certamente non avrei ottenuto ciò che egli aveva negato al comandante, e forse avrei dispiaciuto all’inglese: però non ne feci altro. Vennero ancora alcuni bersaglieri, e tra gli altri un capitano di fiero e nobile aspetto, un bell’uomo, che vedendo me sopra una nave da guerra, mi fece una domanda in francese, a cui io risposi: ed egli fissandomi con due occhi da sparviero mi disse: «Lei è italiano». «Sí, e fuggo da Napoli». Mi strinse la mano. Era il capitano Lions, che fu poi deputato, e combatté da prode, e morí di ferite toccate in battaglia. Parlammo un pezzo delle condizioni d’Italia, ed egli mi ripeté che i popoli si redimono con le armi non con gli evviva.

Il giorno appresso si andò nella baia di Palmas dove era tutta la squadra inglese, il vascello Hibernia sul quale era l’ammiraglio Parker, altri vascelli e fregate a vela, e un solo vapore il Gladiator, simile all’Odin. Era un bello e grandioso spettacolo vedere tutti quei legni, e piú bello quando si mossero e navigarono indirizzandosi a Malta. Primo andava l’Hibernia, ultimo l’Odin. E con quest’ordine s’entro nel gran porto di Malta.

Ringraziai gli uffiziali dell’Odin, dei quali avrò sempre a mente le squisite cortesie che mi usarono, e sbarcai. Non conoscevo nessuno, avevo udito parlare tanto bene del dottore Stilon, e pensai di rivolgermi a lui. Era questi di origine calabrese, d’un paese presso Monteleone, e da giovane, per la rivoluzione del ’20, si era fuggito sopra una nave inglese, ed era farmacista e medico, e molto riputato in Malta, dove era stabilito da lunghi anni, e si mostrava amico di tutti i napoletani