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Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/178

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172 parte prima - capitolo xx


che lí capitavano. Mi accolse cordialmente, venne con me a trovarmi un alloggio, mi usò cortesie, mi trattò come amico.

La prima cosa che mi colpí in Malta fu leggere per tutte le cantonate grandi avvisi di vendita di mobili di don Carlo di Borbone principe di Capua. Mi fece pena anzi dolore a vedere uno dei reali di Napoli cosí vituperato, e ne domandai al dottore, il quale mi rispose: «Muore di fame, e non può uscire di casa, se no i creditori l’arrestano». «È una cosa che fa pena». «Non tanto per lui quanto per la moglie che è un’ottima signora inglese, e per due angioli di figliuoletti». «Re Ferdinando certamente sa tutto questo, e non se ne cura. E se egli è cosí crudelmente ostinato contro un fratello, che ne possiamo aver noi?»

Malta piccola, bella, pulita, lucente, ha le donne con gli occhi parlanti, ed io non vidi donna per vecchia e deforme che avesse gli occhi brutti. Subito mi trovai in mezzo agli esuli, e li conobbi tutti. Agostino ed Antonino Plutino di Reggio, Carlo Gemelli di Messina con altri messinesi che avevano fatto a le schioppettate il primo settembre, Filippo Agresti della causa di frate Angelo Peluso, l’avvocato Luigi Zuppetta, e Giorgio Tamaio, e Luigi Fabrizi di Modena, e tra molti altri di cui non ricordo i nomi, Lorenzo Borsini, toscano, che era piacevole poeta, ed aveva fatto il prete, il giornalista, il tabaccaio, il cantante, e in Malta faceva l’occhialaio, e aveva due figliuoli, e io andava sempre a la sua bottega per udirlo parlare, ché diceva le piú nuove piacevolezze. Talora andava dal Gemelli che era un colto e gentile uomo di lettere, ed era in letto per malattia, e gli venivano intorno gli altri siciliani che gridavano come ossessi e tempestavano parlando della rivoluzione di Palermo, e della necessitá di tornare a Messina. Lessi nei giornali la gran bravura di Palermo, che gettò prima come un cartello di sfida, disse che si leverebbe il 12 gennaio giorno in cui soleva festeggiarsi la nascita del re, e si levò, e combattè con gran valore, e vinse, e scacciò i soldati regi, e ordino un comitato generale, che ebbe Ruggiero Settimo presidente, Mariano Stabile, se-