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la rivoluzione del 1848 173

gretario, stimati universalmente per saldezza di animo e civile coraggio. La rivoluzione si propagava in tutta l’isola, ogni cittá prese le armi, e combattè, e scacciò i soldati: rimaneva sola Messina con la cittadella che era irta di cannoni ed aveva un forte presidio: e pure Messina si levò, e fece rinchiudere i regi nella cittadella, e fu bombardata il 28 gennaio, non vinta. Di Napoli nessuna novella.

In Malta non avevo che fare, mi pareva essere diviso dal mondo, mi tardava di andare in Toscana: il giorno 5 febbraio m’imbarcai col mio Raffaele sopra un postale francese, e nel 6 entrammo nel porto di Messina. Il cielo era coverto di nuvole, e cadeva un’acqua fina e fredda: la cittadella muta e minacciosa non pareva abitata da anima viva, e sovr’essa la bianca bandiera borbonica si moveva lentamente: su la cittá sventolavano le bandiere di tutte le nazioni che lí avevano consoli, e in alto sopra un forte la bandiera tricolore, la gran via su la marina era deserta, molti bei palazzi mostravano qua e lá lo sdrucito fattovi dalle palle dei cannoni. Vennero su la banchina pochi marinai ed alcuni uomini con una bandiera francese: «Si può scendere?» fu dimandato da bordo. «No, sí, si può, scendete». Scendemmo parecchi, ed io con gli altri tenendo forte per mano il mio Raffaele. «Camminate diritti, se no da la cittadella vi vengono fucilate». Per un viottolo entrammo nella cittá. Tutti erano in armi, ed erano molto popolo, e fra tutti il Piraino, andava, veniva, dava ordini, era presente in ogni luogo. Ci accolsero bene. «E i nostri quando torneranno da Malta?» mi fu dimandato; ed io: «Con l’altro postale». Andammo poco innanzi e in una bella piazza al cominciare d’una lunga e diritta via era una barriera di sacchi d’arena, in mezzo ai quali un cannone, e dietro ai sacchi erano postati due giovani armati, bruni e accigliati, che ci sguardarono un momento, e poi fissarono gli occhi giú in fondo a quella via, e cosí stavano. Bisognò tornare subito a bordo. E come il vapore si mosse ed uscí del porto apparve il sole che ci mostrò tutta la bellezza del Faro, e le isole Eolie, e le coste della Calabria. Il giorno 7 si giunse in Napoli.