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182 parte prima - capitolo xx


lo scilinguagnolo piú spedito, e sfoderava disegni piú strani era piú applaudito. La stampa sfrenata pubblicava vergogne, calunnie, veritá, nefandezze, mordeva tutti. La plebe diceva: «E se non si lavora, e noi stiamo digiuni, che libertá è questa? Prima il re era uno e mangiava per uno: ora son mille e mangiano per mille. Bisogna che pensiamo ai fatti nostri, anche noi». Nelle province i contadini invadevano e dividevano tra loro i terreni appartenenti al demanio, o a proprietari che se n’erano giá impossessati, ed erano odiati perché arricchiti per usure ed estorsioni: onde si udivano lamenti da tutte le parti. E in Napoli la plebe non avendo terre a dividere, meditava di assalire le case e saccheggiare come aveva fatto nel 1799. A questo scompiglio venne ad aggiungersi come olio a fiamma la narrazione che facevano i giornali della rivoluzione e della repubblica in Francia, i movimenti giá cominciati nell’Italia superiore, la costituzione data da Pio IX il 13 marzo per non poter far altro, la cacciata de’ gesuiti da Genova: onde i cervelli andavano in visibilio, la costituzione non contentava piú nessuno, e dicevano bisognava dilagarla per non andare addirittura alla repubblica.

Tutto quel vociare che facevano i napoletani era come lo stridulo ronzio delle api quando vengono a zuffa tra loro: se vi getti un pugno di terra la battaglia finisce. Bisognava un pugno di terra per farli tacere e chetare, bisognava una mano forte, e non v’era; anzi uomini anche sennati dicevano che bisognava andare innanzi, e il ministro Saliceti osò consigliare il re di mettersi a capo della rivoluzione per padroneggiarla, e ricordarsi di Luigi XVI e di Napoleone, l’uno a la coda della rivoluzione vide sparire la monarchia nella repubblica, l’altro alla testa della rivoluzione fa sparire la repubblica nell’impero. Queste parole spiacquero al re, il quale credette di vedere nella faccia del Saliceti una somiglianza al Robespierre. Non ci volle altro per dirlo repubblicano terrorista. Era egli un uomo che andava diritto al suo scopo, breve nel dire e nel fare. Cominciò a scopare i magistrati indegni; e propose ai suoi colleghi questo decreto: «Tutti i gesuiti usciranno dal regno, i loro beni sono incamerati».