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la rivoluzione del 1848 181


formò; e di sette che erano i ministri ne comparvero dieci il giorno 6 marzo, perché si disse che i primi non erano d’accordo, e ci dovevano entrare piú liberali; e si volle anche dar luogo ad ambizioni novelle. E fu rimpastato cosí: il duca di Serra Capriola, presidente; il barone Bonanni agli affari ecclesiastici; il principe Dentice a le finanze; il principe di Torella all’agricoltura e commercio; il Bozzelli all’interno; il principe di Cariati agli affari esteri; degli Uberti alla guerra; Giacomo Savarese ai lavori pubblici; Carlo Poerio all’istruzione pubblica; Aurelio Saliceti a grazia e giustizia. Il Tofano salí a direttore di polizia, e in suo luogo a prefetto di polizia un altro avvocato Teodorico Cacace. E come se dieci fossero pochi, alcuni ministri si scelsero loro coadiutori con centocinquanta ducati al mese, e poi tutti vollero un cencinquanta.

Carlo Poerio mi offrí il posto di uffiziale di ripartimento, o capo divisione, nel ministero d’istruzione pubblica, io l’accettai, e fui nominato il 22 marzo. Ci stetti quasi due mesi, e non ricordo di aver fatto nulla, e pure avrei voluto fare qualche cosa. Mi trovai in una baraonda: tutti venivano, tutti chiedevano, e chi non chiedeva per se raccomandava altri, o dava consigli; ed indi a pochi giorni uscí il Poerio, ed entrò ministro l’Imbriani, che non stette un mese e si ritirò, e il ministero fu preso da Carlo Troya: tre ministri in cinquanta giorni. Il 16 maggio me ne andai anch’io, e mandai la mia rinunzia al Bozzelli. Mi ricordo che in quei giorni ebbi un continuo capogiro, da professore diventato segretario non mi raccapezzavo piú.

Il rifatto ministero non poteva far cessare l’agitazione degli animi la quale ogni giorno cresceva. Si scomponeva la gran macchina del vecchio governo ma con poco senno: si toglievano i tristi, ma non si sapeva trovare i buoni per metterli al posto di quelli: i furbi rimasero; i nuovi spesso inetti non sapevano che fare: tutti chiacchieravano, nelle vie si gridava da tutti. Con le grida avevano ottenuto una costituzione, dunque con le grida ciascuno credeva di ottenere un posto. Nei circoli si faceva un gran parlare di tutte le cose, e chi aveva