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Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/222

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216 parte prima - capitolo xxii


bene si vedesse intorno militari che lo minacciavano e lo schernivano, egli fece il suo dovere. Furono condannati a morte: per grazia all’ergastolo; stettero sepolti in un sotterraneo di torre d’Orlando in Gaeta sino al 1860. Giacomo Longo come ne uscí corse a Capua dove si combatteva, fu ferito nella fronte, e cadde; si levò, fasciò la ferita, grido, «viva l’Italia», e seguitò a combattere, finché fu ritratto dagli amici. Il Ribotti penò molti anni in castel Sant’Elmo: gli altri nelle galere prima, poi sulle isole. I deputati Scialoia e Conforti dicevano ai ministri: «Se i siciliani sono ribelli, giudicateli: se sono prigionieri di guerra trattateli come prigionieri». E i ministri rispondevano con ingiurie ai siciliani, ai calabresi, ai deputati chiamandoli stolti e faziosi. Fra i prigionieri era Francesco Angherá, giudicato col Longo e il Delli Franci, ma assoluto perché aveva giá preso il suo congedo dalla milizia quando si messe a combattere per la rivoluzione. Assoluto sí, ma era tenuto nel carcere di San Francesco senza speranza di uscirne: onde egli, che piacevole uomo era, si travestí e sfigurò in modo che uscí dal carcere con molta franchezza e senza essere riconosciuto. Lo sdegno della polizia fu grande, e grandissime le risa dei liberali.

In quei giorni si vide passeggiare innanzi la reggia tra i militari un prete grosso della persona e vecchio e brutto; ed io lo vidi in mezzo a due uffiziali della guardia che cianciavano con lui e ridevano. Quel prete Vincenzo Peluso di Sapri aveva ucciso di sua mano il deputato Costabile Carducci, che sbarcava ad Acquafredda tra Sapri e Maratea, e gli aveva reciso il capo, e fattolo asciugare in un forno, lo aveva presentato in un paniere al re, e non pure non fu punito dell’assassinio, ma ebbe una pensione e carezze molte; e fu punito il procuratore generale Pasquale Scura che aveva dato ordine di fargli un processo, e se non fuggiva il povero Scura lo avrebbero arrestato. La moglie del Carducci, che era sorella di Giuseppe del Re, non seppe mai della morte del marito, ed era una pietá a vederla, a udirla che aspettava lettere dall’America dove le avevano detto che si era fuggito il Carducci.