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92 parte prima - capitolo xiii


fagiuoli, e la domenica c’era la pasta che non fu mai possibile mangiarla. L’acqua era verminosa, e bisognava chiudere gli occhi e non fiutare per bere quando la sete non si poteva piú sopportare. Mi fu concesso di fumare, mi portarono una pipa e del tabacco ed io fumavo fino a stordirmi.

Il terzo giorno per avere un po’ d’aria e di luce, arrampicatomi con le mani e coi piedi per certi buchi che erano nel muro giunsi ad afferrare i ferri della finestra, su la quale potetti pure accoccolarmi. Vidi il muro che da oriente cinge il carcere, e dopo il muro un grande giardino, e piú in lá varie case: udii alcune voci che mi parvero venire dalle finestre superiori del carcere, ed a certe parole ed all’accento mi accorsi che erano gentiluomini e calabresi che parlavano. Fosse qui Benedetto? Come fare per saperlo ed intenderci? Andavo pensando qualche espediente, e non sapevo trovarne; ma come finí di cantare un ladroncello che stava giú nei criminali e che per molte ore del giorno faceva lunghe cantilene, io di botto mi messi a cantare anch’io come si cantano i salmi: «O vos qui estis in captivitate Babylonis, dicite, quaeso, est inter vos vir quidam cui nomen Benedictus Dominus Deus Israel, quia visitavit et fecit redemptionem plebis suae?» Alcune voci dicevano adagio: «Hai udito?» «Chi può essere? Sarebbe anch’egli qui!» «Mi pare alla voce». «Rispondigli, vediamo». E una voce che riconobbi rispose anche in cantilena: «Ego sum quem quaeris, sed fac ut te noscam». In latino, in francese, con parole mezze, con quel gergo che suol essere tra cospiratori e vecchi amici c’intendevamo benissimo. Seppi che egli era stato arrestato nella stessa notte dell’8 maggio, e con lui suo fratello Pasquale, un loro servitore, e quattro giovani studenti trovati per avventura in casa sua. «Siamo tutti sotto chiave, ciascuno in una stanza, e parliamo dalle finestre: io quassú ne ho due vicini: Pasquale, gli altri due, e il servo sono nell’altro lato del carcere». «Siamo obbligati al successore di Melchisedec». «Gli scariotti son due». «Io mi chiamo Pietro e non conosco nessuno». «Bene». «Accordo e saldi; e se v’è di nuovo torneremo ai salmi».