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[381] il gruppo degli ergastolani politici 95


sona che disse a Francesco: «Perché fai tanto rumore? Non ti è stato dimandato il grano, lo darai quando ti sará dimandato». E Francesco prendendo un’aria grave rispose: «Non voglio esser dimandato quando debbo dare, e se si scorda egli, non debbo scordarmi io». Fu trovato il vecchierello, e gli fu gettata la moneta.

Io non potrei mai descrivere a parola lo spasso che ci dá questo festevole e dabbene giovane quando ci narra le avventure della sua vita e le sue disgrazie con certe parole strane, con gesti, con atti, con tuono di voce indescrivibile. Quando egli parla si deve interpretar le parole, togliere le parentesi, e riordinare il discorso che comincia dalla coda e finisce al capo. «Io sono il Napoleone di Reggio», dice egli, «venite a Reggio, dimandate chi è Napoleone: e tutti vi risponderanno: ‘È Francesco Bellantonio’. Nelle sassaiuole che facevano tutti i ragazzi sul lido del mare io era Napoleone». E qui mostra molte cicatrici che ha sul capo e sulla fronte per sassate ricevute. «Una volta la signora spagnuola padrona del nostro forno aveva una bella servetta, io le posi l’occhio addosso, ed essa mi rideva, passò qualche tempo, essa mi dava sempre parole. Una sera la signora ed essa sole sole passeggiavano su lo stradone della marina, io le vedo, mi salta un pensiero di rubarmi la criata, me la afferro tra le braccia, che pareva una piuma, e scappo, e me ne vo dietro certi scogli. Poi mi ritirai al forno, e mi posi a dormire sopra una tavola. Stavo facendo un sonno saporitissimo, quando mi sento rompere le ossa: apro gli occhi e vedo la spagnuola che con una pala del forno mi menava forte, ed io strillava piú forte per farle capire che mi faceva male assai. Poi la signora mi chiamava, e innanzi molti galantuomini mi faceva contare come io rubai la criata. Giovanotto, con un cervellaccio pazzo, ne ho fatte, e ne ho fatte! la polizia m’acchiappava, e ma mamma correva dal cancelliere, portava, racconciava i guasti. Povera mamma! Povera mamma mia!»

Non è a dire se Francesco prese parte alla rivoluzione di Reggio del 1847: fu preso, battuto, strapazzato da persone