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122 parte terza - capitolo xxxiii [408]


sona con l’avviso del giorno fisso, tu mi scriverai subito, e per varie vie, cioè per quante barche si troveranno costá. Io intanto verso la fine di settembre ti manderò lettere per tutte le barche che partono da qui acciocché non ti manchi occasione quando sará il bisogno. Tu mi scriverai con inchiostro che ti affretti a scrivermi a posta perché la Giulia sposerá il tal dí: e con caratteri invisibili mi dirai il tal giorno verrá il vapore, porterá tali segnali. Se dovrai trascrivermi in modo invisibile la lettera di P(anizzi), la farai trascrivere dal buon Cesare. A noi importa di essere avvisati con certezza un quattro giorni prima.

La scatoletta è di Silvio, la darai al barbiere Nicola Facella, gli dirai che tra le fasce di cartone vi sono delle lettere.

Mi dici che tuo zio1 ti dá buone speranze. Ebbene, anch’io desidero di non mettermi ad imprese pericolose (sebbene pericolo ne vedo pochissimo): stabilisca egli con P(anizzi) ciò che crede. Ma se vi fosse davvero qualche vicina speranza, P(anizzi) non ne saprebbe niente? Si sarebbe egli partito di lá e venuto a Genova? Basta. Noi siamo pronti ed attendiamo di fare ciò che ci si dice. Stamane è passato qui vicino dietro Ventotene un bello e grande vapore: considera tu i nostri pensieri! Vorrei che mi mandassi un due o tre scatoline di buoni cerini fiammiferi, ma cerini: capisci bene perché servono: una decina di chiodetti a vite lunghi un due dita e mezzo: e dippiú che alla canestra mettessi un ferro un poco piú grande, invece di quello che v’è. Nascondi bene le lettere nella canestra: va benissimo nel lino, va proprio bene. Mandami un poco di danaro perché ora mi bisogna: abbiamo dovuto farci fare la porta a nostre spese: dippiú dovendo mandarti lettere ho da spendere. Se credi di mandarmi dei napoleoni adesso pel viaggio fa come credi: io li terrei, perché qui non li posso né cambiare né spendere.

Pel matrimonio della Giulia fa ciò che credi tu: se v’è speranza buona e vicina, sospendi, e trova il pretesto che

  1. Sir William Temple. [N. di R. S.]