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134 parte terza - capitolo xxxix [420]


a te ed ai miei figliuoli e parlo con te, e sono in uno stato di grande eccitamento, se le mie lettere mostrano certa caldezza, la è caldezza febbrile: le scrivo col cuore, ed il cuore non ha che fare con la mente: il cuore l’ho ancora gagliardo e giovanile, ancora amo di forza. Ma non voglio parlarti piú di questo, perché è inutile il parlarne, anzi ti affligge.

Mandami un tre once di gomma arabica che mi serve per le scatolette nelle quali ti mando queste lettere: la farai comperare da un droghiere.