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168 parte terza - capitolo lx [454]


Se hai occasione di vedere tuo nipote, io vorrei che tu gli dimandassi se è opinione degli uomini di senno e di conoscenze, e dei giornali gravi, che tra le cose di Europa, che gl’imperatori nel loro convegno hanno stabilito di aggiustare per rassodare la pace, sono ancora le cose di Napoli. Le quali certamente sono un motivo di malumori e timori, e debbono sia presto sia tardi accomodarsi: come e quando non si sa, ma che debbano venire ad una conchiusione mi pare certo. Qui si dicono le piú sperticate sciocchezze, si vive a quindicina, si crede sempre che tra quindici giorni si uscirá. Io spesso mi adiro di tanta balordaggine, spesso ne rido, e spesso ancora compatisco chi si trova nell’ergastolo e con queste illusioni si conforta e vive. Se hai novelle, o ne sa Peppino, fa di scrivermele: ma credo che né tu né egli ne abbiate né molte né grandi. Nondimeno, o Gigia mia, non ti scuorare: dimani può avvenire quello che non è avvenuto sinora. Pare che non si possa tirare a lungo cosí: e se il giudizio non m’inganna, c’è piú da sperare che da scuorarsi.