Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/178

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mande, discuterle senza ira, né parte, freddamente col solo scopo di trovare il vero, di additare i mezzi per evitare altri e simili mali nell’avvenire. Avrei da dire tante cose, ma io non le dirò per tante ragioni di prudenza, e perché qui mi vengono i pensieri come lampi, e poi spariscono, e non ho forza di mente da afferrarli, e quiete ed agio da meditarli. Te ne ho scritto per l’abitudine che ho di non nasconderti nulla, anche i piú intimi pensieri miei. Debbo scrivere la vita di Luciano, e questi pensieri che mi si attraversano per la mente, mi distraggono da quel lavoro che debbo recare a fine. Tu non dire niente a nessuno di queste mie fantasie, perché non giova dirle, anzi mostrerebbero la mia impotenza.