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[509] difesa di luigi settembrini 223


reggimento costituzionale, che la magnanimitá di principe clementissimo avea generosamente donato, seguendo l’impulso del suo reale animo piú che il supremo bisogno dei sudditi, alla cui immensa maggioranza tutto nuovo, non desiderato, non pensato giungeva». Queste parole calunniano la nazione, ed offendono il principe; il quale sapientemente ha voluto la costituzione, generosamente l’ha data, religiosamente l’ha giurata, e per sua gloria la manterrá. Chi dice il contrario, sí, offende il principe, ond’è ribelle e degno di pena. Io con tutti gli uomini onesti non ho mai diffidato della religione del principe; ho sempre creduto che egli ci diede uno statuto perché lo credette necessario al nostro bene, ed utile alla sua gloria; e spero fermamente che questo principe giusto e religioso avendoci data una buona legge nella costituzione, voglia farla rigidamente osservare, togliendoci da questo penoso stato d’incertezza, e punendo severissimamente tutti coloro (e me primo, se son reo) che con vari nomi infrangono la giustizia, turbano l’ordine, confondono ogni cosa. Dappoiché la vera cancrena che divora questo paese, la vera cagione che ha prodotti e produrrá tutti i nostri mali infiniti è appunto il non osservare alcuna legge. Or io domando a tutti coloro che mi odiano: «Sono onesti questi desiderii? sono giuste queste parole? Ed io sempre questo ho desiderato, sempre cosí ho parlato; eppure sono stato giudicato ingiustamente.


CAPO II

processo a me particolare — addentellati in altri processi

Con questa vita, con questi sentimenti, con le piú sante intenzioni del mondo io mi trovo quinto tra quarantadue persone, che il procurator generale ha chiesto di sospendere a quarantadue forche, perché ci accusa tutti di appartenere alla setta dell’Unitá italiana, di cui i primi quindici sono capi, di voler cangiare la forma del governo, di cospirare contro la sacra persona del re, di avere stabilito di pugnalar ministri e magistrati, di voler rovesciare e distruggere mezzo mondo, e pone me tra i primissimi capi e motori di questa grande macchina di setta e di rivoluzione. In diversi tempi ed in vari luoghi la polizia aveva fatto processi contro varie persone per causa di questa setta: il procurator