Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/248

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il contrario e per mera millanteria, mentre in realtá non ve n’era niente, dissi di averli fatti leggere a Poerio ed a Settembrini, il primo detenuto di San Francesco, l’altro in Santa Maria Apparente; anzi per dare piú tuono alla cosa dissi che Poerio era sempre transigente, perché aveva fatto togliere alcune parole del proclama: ma questo è meramente falso, perché tali individui non li conosco affatto1. Ecco come sono nominati due uomini onesti perché hanno fama di amare onesta libertá e di sapere accozzar due parole scrivendo. Il Catalano ci nominava perché ci aveva intesi nominati da altri, i quali vendevano i nomi nostri e di altre persone. Or qui si dee sapere che il Catalano è un uomo d’anima, tutto di chiesa e di orazioni, ha confessato ingenuamente il fatto suo, e non si è mai smentito. L’istruttore che lo aveva odorato, dopo gl’interrogatorii gli si appoggiava al braccio, e passeggiando per la stanza, e carezzandolo gli dimandava mille cose, e due ne voleva sapere per forza, che il Poerio ed io avevamo scienza di quei cartelli, e che il Giordano aveva stretta corrispondenza coi detenuti di Santa Maria Apparente. Se il Catalano non fosse stato un uomo di coscienza, se non avesse confessato ingenuamente di aver detto una bugia per dar tuono alla cosa, il Poerio ed io avremmo anche quest’altra accusa: la quale essendo invincibilmente provata stolta e falsa, non ci tocca piú, ed io la getto e la dimentico.

Il fatto dei cartelli e della esplosione è originato da quel Giordano, verso il quale la polizia mostrò sí buone viscere e tanta materna amorevolezza che fa meraviglia. Dappoiché se abbiam veduto e vediam arrestar la gente a furia e per niente, e rimaner dimenticata in carcere; se è stato arrestato e giudicato dalla corte criminale un Eduardo Cassola fanciullo di dodici anni per avere scritta una lettera fanciullesca ad un compagno di scuola della stessa sua etá; il Giordano accusato settario dall’Iervolino, e che ha in casa due note di centosettantasette persone, non è arrestato affatto; ma è carezzevolmente chiamato dalla polizia, che lo ammonisce a dire il vero, e dopo un mese gli dá la correzioncella di tenerlo sedici giorni per esperimento in prefettura, e lo libera il 19 agosto. E dopo il 16 settembre la polizia avendolo scoperto capo settario e capo di un comitato, non adopera quella sua profonda sagacia, decantata dal procurator generale nell’atto di accusa,

  1. Vol. 24, fol. 154.