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[529] difesa di luigi settembrini 243


non ne segue le tracce, non va fiutando per iscovarlo dal nascondiglio, anzi neppure lo cerca e gli dá tempo ed agio di uscire dal regno. O la polizia ha cangiato natura, o la cosa va ben altrimenti. Compagno ed amico del Giordano era Angelo Sessa, sotto direttore dello stabilimento dei matti a Pontirossi, il quale nel processo è qualificato col titolo di «uomo pieno d’impegni e di estesi rapporti». La polizia doveva sapere che costui era un cervello torbido, un uomo pericoloso, e nientemeno che capo di un circolo o comitato; perché Achille Vallo soldato congedato1 nel suo interrogatorio del 28 settembre dice: che sei o sette mesi prima per mezzo del Margherita conobbe il Sessa, fu ascritto nel comitato di cui questi era presidente; che egli vi si ascrisse per consiglio di don Domenico Mercurio agente del governo, e che a costui poi diceva fedelmente e minutamente ogni cosa. Ed il Vallo chiamerá il Mercurio per provare i suoi detti. Doveva la polizia saperlo perché in casa Giordano trovò la nota di Sessa; perché quando fu chiamato Gaetano Errichiello disse che fra gli avventori e parlatori nel suo caffè andava il Sessa; perché è cosa nota che di poi si fece una perquisizione in casa del Sessa; il quale fu sempre cercato e non mai trovato. Doveva la polizia saperlo, perché il 7 settembre gli agenti segreti Natale Ardissone e Michele Andreozzi scrivevano al prefetto che Angelo Sessa, Giovanni Fiorentino, e Luciano Margherita avevano giurato di ucciderlo con «pugnalarlo nell’ora della ritirata; che tengono delle riunioni settarie demagogiche ma sempre in diversi luoghi per non essere scoperti»; che Raffaele Ubaldini conosce tutto e può dirlo2. L’Ubaldini, altro agente di polizia, conferma ogni cosa, specialmente contro il noto demagogo don Angelo Sessa3. Si sa tutto dalla polizia, e non si cerca il Sessa, il quale non si può dire nascosto, perché aveva relazione con i suoi affiliati, perché mandava danari e panni al Margherita sul finire di agosto, perché era in casa Catalano la sera del 14 settembre, perché era conosciuto e seguitato dal Vallo. Il prefetto dorme sul suo pericolo, forse perché non lo crede: ma dopo il 16 settembre che il Sessa è stato scoperto settario e capo, non è carcerato, e assai comodamente se n’esce dal regno come il Giordano.

  1. Vol. 24, fol. 52 .
  2. Vol. 25, fol. 126.
  3. Vol. 25, fol. 128.